"Possono farmi tutto, ma non possono togliermi tre cose. Non possono togliermi il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana. Non possono togliermi il diritto di animare e guidare il movimento politico che ho fondato. Non possono togliermi il diritto di essere ancora il riferimento per milioni di italiani, finché questi cittadini liberamente lo vorranno". È questo, con ogni probabilità il passaggio più significativo della lunga intervista che Silvio Berlusconi ha concesso al settimanale "Tempi" e che sarà pubblicata nel numero di giovedì 5 settembre. Un colloquio che prende le mosse ovviamente dalla vicenda giudiziaria del processo Mediaset – diritti tv e dai suoi risvolti politici a stretto giro di boa, con la possibilità che la Giunta per le Elezioni del Senato voti la sua decadenza da senatore. In tal senso Berlusconi prova a spostare la questione su un altro piano, che prescinde dal proprio percorso individuale: "Sono stati aggrediti alcuni princìpi di fondo che tutti dovrebbero avere a cuore, a partire dai nostri avversari politici, se fossero davvero democratici: il rispetto dei milioni di elettori che hanno votato per me e che non possono subire una simile discriminazione, il diritto alla piena rappresentanza istituzionale del primo partito italiano, il fondamentale diritto di scelta dei cittadini rispetto al Parlamento e quindi rispetto al Governo. E tutto ciò nei confronti di un cittadino che ha subìto una sentenza infondata, ingiusta, addirittura incredibile".
Le strade offerte sono invece quelle del "buonsenso e della stessa Costituzione", che possono portare anche alla "continuità del Governo Letta". Futuro che è però legato, continua il Cavaliere, anche alla capacità dell'esecutivo di risolvere i problemi degli italiani: "Occorre uno choc economico positivo, e tutti sanno che la strada maestra è quella di lasciare più soldi nelle mani delle famiglie, delle imprese, e dei lavoratori attraverso consistenti riduzioni fiscali […] O nei prossimi 50 giorni il Governo è in grado di dare una scossa in positivo che possa essere percepita da tutti gli italiani, oppure saremo ancora inchiodati a una tendenza recessiva. E non si potrà certo esultare per qualche eventuale “zero virgola” in più. O l’Italia riprende a correre, oppure rischiamo di pagare un prezzo altissimo alla crisi".