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Berlusconi non molla: Passo indietro solo se sfiduciato in Parlamento

Silvio Berlusconi continua spedito il suo mandato forte della sua maggioranza e convinto della possibilità di fare le auspicate riforme dei prossimi 18 mesi. Per il segretario del Pd Bersani il premier è “a due passi dal delirio”.
A cura di Susanna Picone
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Berlusconi continua forte della sua maggioranza

Non ci pensa proprio Silvio Berlusconi a dimettersi. Nonostante praticamente tutti, opposizione e non solo, invocano a gran voce un cambio di Governo, il premier si sente forte della sua maggioranza e annuncia che non mollerà a meno che non sarà sfiduciato in Parlamento, eventualità che però si sente di escludere fortemente. La storia è più o meno quella scritta già diverse volte in questi anni: se l’immagine del Governo e di Berlusconi stesso è in pericolo la colpa è soprattutto dei media e di un’opposizione che “ci chiede ogni giorno, come un disco rotto, di fare un passo indietro”.

Le ultime dichiarazioni del premier arrivano questa volta dalla festa provinciale cuneese del Pdl che ieri si celebrava a Cervere. Tra le parole “intercettate” del premier non può mancare il riferimento ai “comunisti”, colpevoli secondo lui di non favorire mai un dialogo: “Non c’è nemmeno un protagonista fra loro con cui si possano fare discorsi davvero seri”. Poi continua parlando dei progetti del suo Governo: in primis quelle riforme (giustizia, istituzioni e fisco) di cui si parla da tempo e che non sono state fatte esclusivamente “per colpa di Casini prima e Fini dopo. Con loro non c’era la possibilità all’interno della maggioranza di farle viaggiare ma nei prossimi mesi tutto sarà diverso”, ottimista, almeno in pubblico, Berlusconi sul suo futuro. Riguardo l’operato del Governo fatto finora e praticamente criticato all’unisono, manovra finanziaria prima di tutto, Berlusconi non manca di definirla invece “miracolosa” e parla dell’auspicato pareggio di bilancio del 2013 come di “un evento storico”. Tocca infine anche il discorso intercettazioni: occorre una legge per cambiare la situazione di “uno Stato che non sentiamo più come uno Stato che tutela la nostra libertà”, una battaglia per la libertà che bisogna vincere assolutamente.

“ Non possiamo dialogare con i comunisti. ”
Silvio Berlusconi

Le risposte del restante mondo politico non si sono fatte attendere: per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il premier è “a due passi dal delirio”. I problemi dell’Italia non sono mai stati così chiari, la verità non è mai stata così chiara. “Davanti a noi c’è il passaggio più arduo dal dopoguerra ad oggi e le preoccupazioni degli italiani sono diventate le preoccupazioni per il mondo” continua il segretario del Pd che rinnova la disponibilità ad un Governo d’emergenza.

Intanto il premier non ha mai nominato nel suo discorso il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, indice questo quantomeno di un rapporto non idilliaco tra i due. E forse non solo tra questi due. Il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni, ha previsto le elezioni nel 2012 chiedendo al partito di anticipare le primarie del Pdl per non arrivare impreparati al voto anticipato. Umberto Bossi, dal canto suo, parla di fiducia ma continua ad essere infastidito dalla questione Libia e lancia un ultimatum mentre Alemanno da Roma intona un “Mai più Minetti in consiglio regionale”.

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