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Berlusconi: “Meno fisco e burocrazia, troppo Stato fa male, l’individuo viene prima di tutto”

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi scrive una riflessione sul Giornale sul significato di “liberale”: “Al centro di tutto, nella nostra visione, c’è l’individuo, la persona che, per legge naturale o per legge divina – secondo che si sia credenti o no – è titolare di diritti che nessuno, tanto meno lo Stato, può mettere in discussione, per nessun motivo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha pubblicato oggi un intervento sul Giornale, il primo di una serie di appuntamenti intitolati "I valori in cui credo". "L'individuo è un'entità sacra", premette l'ex premier.

"Mi capita spesso – scrive Berlusconi – di ripeterlo: il nostro progetto politico, quello di Forza Italia ma anche quello del centro-destra che vorrei, si basa su quattro valori: la libertà, il cristianesimo, l'Europa, il garantismo e si caratterizza quindi con quattro aggettivi: liberale, cristiano, europeista, garantista". E "Forza Italia è davvero, oggi più che mai, la sola forza politica pienamente e coerentemente liberale, cristiana, garantista, europeista, la sola – nella storia della Repubblica – nei cui valori e nei cui programmi questi quattro grandi principi si integrano e si completano l'un l'altro in un grande e coerente progetto politico".

Nei suoi prossimi interventi il presidente di Forza Italia spiegherà "cosa significa per noi ognuno di questi concetti". Oggi il primo, "liberale", nelle prossime settimane gli altri tre, cristiano, garantista, europeista. Quindi "cosa significa definirci liberali? Fondamentalmente, al centro di tutto, nella nostra visione, c'è l'individuo, la persona che, per legge naturale o per legge divina – secondo che si sia credenti o no – è titolare di diritti che nessuno, tanto meno lo Stato, può mettere in discussione, per nessun motivo, neppure se asserisce di farlo in nome di un interesse generale superiore, vero o presunto. Sono diritti di proprietà: la proprietà della vita, dell'incolumità fisica, dei beni materiali acquisiti con il lavoro o ricevuti lecitamente dalla propria famiglia. È il diritto a mettere a frutto nel modo migliore e alla pari degli altri i propri talenti e le proprie capacità". 

E "persona o individuo che sia, parliamo di un'entità sacra, che per noi viene prima di tutto. Per questo siamo liberali. Perché crediamo che ogni limitazione delle libertà e dei diritti delle persone da parte dello Stato sia di per sé un male – talvolta un male necessario per consentire la convivenza fra miliardi di esseri umani – ma comunque un male da ridurre al minimo indispensabile".

"È per questa ragione innanzitutto – e poi per anche un calcolo di efficienza economica – che – sottolinea Berlusconi  – chiediamo per esempio che il prelievo fiscale sia ridotto quanto più possibile, che le leggi, i regolamenti, la burocrazia siano alleggeriti e semplificati, che la presenza dello Stato nelle attività umane sia limitata alla definizione di poche e semplici regole generali. Proprio perché crediamo nelle persone, siamo convinti che le scelte di ogni individuo sulla propria vita e i propri beni siano più razionali e più efficienti di quelle di un pianificatore lontano. I fallimenti delle economie pianificate, come i sistemi comunisti, partono proprio da questo".

"L'esperienza storica – prosegue il leader azzurro – ha dimostrato che i modelli liberali hanno prodotto crescita e benessere per tutti, i modelli statalisti o comunisti hanno redistribuito stagnazione, declino o addirittura miseria". Inoltre "libertà economica e libertà politica sono inscindibili. Lo Stato, secondo il principio di sussidiarietà (che fa parte dei nostri principi fondanti), deve intervenire solo quando il singolo, o la libera associazione fra più singoli, non sia per natura adeguata ad ottenere un risultato (per esempio garantire cibo, istruzione e cure mediche per i più deboli). L'Italia di oggi, pur appartenendo al sistema delle democrazie liberali dell'occidente, è ancora lontana da tutto questo. Come nel 1994, continuo a credere che una rivoluzione liberale sia necessaria e urgente".

"La rivoluzione liberale oggi – conclude – è più necessaria che mai, e rimane il primo dei nostri obiettivi". 

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