L'annuncio di Berlusconi (sempre ammesso che venga confermato nella sostanza da Maroni) ha come sempre una doppia chiave di lettura. Da una parte contribuisce a fare un minimo di chiarezza, dall'altro aumenta gli interrogativi sul futuro, suo e del PDL. Da un lato è un segnale della volontà di tentare di contendere fino in fondo la vittoria alle politiche (prospettiva estremamente improbabile), dall'altro è un segno dell'inconsistenza del progetto politico complessivo del vecchio centrodestra. Già, perché il modo in cui Silvio sta provando ad uscire dall'angolo in cui lo ha costretto la "salita in campo" di Monti è sostanzialmente la riproposizione di un canovaccio vecchio e non sempre efficace: occupazione manu militari dei media e riproposizione dell'asse del Nord. Insomma, non riuscendo a proporsi con credibilità quale capo dei moderati, il Cavaliere prova a rilanciare la sua immagine fra il "composito popolo del Nord", cercando di tamponare l'emorragia di consensi e di arroccarsi nel fortino lombardo.
Un piccolo aiuto in tal senso arriva, più o meno indirettamente, dal ministro Corrado Passera, smarcatosi proprio in queste ore dal professor Monti e determinato in ogni caso a "continuare a dare un contributo a questo Paese". Non solo Passera lascia aperta la porta a suggestioni di diverso tipo (restando l'uomo forte gradito a Lega e larga parte dell'elettorato pidiellino), ma allo stesso tempo con la sua mancata partecipazione alla costruzione della nuova casa centrista assesta la prima vera battuta d'arresto per Mario Monti e compagni. Proprio perché il manager comasco rappresenta un punto di riferimento essenziale per l'alta borghesia produttiva settentrionale, storicamente uno dei pilastri su cui si è retto l'edificio del consenso berlusconiano nel Nord Italia. Ed è chiaro che in tal senso si sarebbe trattato di un'altra fondamentale risorsa per il progetto a breve – medio termine di Monti, con la possibilità di delegittimare sul suo stesso terreno il Cavaliere e di eroderne ulteriormente il consenso. Un assist più o meno involontario per Silvio che, dopo aver perso la Sicilia e con buona probabilità anche il Lazio, proverà ancora a resistere oltre la linea del Po'. Resta da capire con quali truppe e quali generali, ma in fondo c'è ancora tempo…