Duello tv “a distanza”. Il Cavaliere: “Lui mai eletto”. Renzi: “Sei un biglietto scaduto”
Poi è la volta di Matteo Renzi, che parte dalle assunzioni della Fiat di Melfi: "È una grande gioia veder ripartire la grande industria automobilistica, noi stiamo cercando di rimettere in moto l'Italia". Si continua poi con un passaggio sulla Liguria: "Io credo che il problema delle Regionali debba essere incentrato sul come sono amministrate e non sulle ripercussioni politiche che potrebbero avere. Bisogna parlare di questioni vere e concrete, a partire dalla considerazione che un certo modello di regione non funziona". Ma sulla Liguria insiste: "La sinistra estremista sta facendo di tutto per far perdere noi, ma vinceremo lo stesso nonostante il regalo a Toti e Salvini fatto da sinistra". Alle regionali, tiene banco il caso impresentabili: "Questa vicenda è sollevata dall'Antimafia, ma va detto che nessuno di quei candidati entrerà in consiglio regionale. Ma De Luca non c'entra, ha un procedimento aperto per un abuso d'ufficio, ma è stato scelto dai campani ed è uno straordinario amministratore che avrebbe cambiato l'intero Mezzogiorno". Quanto alla eleggibilità di De Luca, ricorda i due precedenti della sospensione della Severino e ribadisce: "Sono i campani a doversi scegliere il Presidente della Regione e io credo che de Luca lo meriti perché da Sindaco ha fatto benissimo".
Poi una stoccata al Cavaliere: "Ormai è un biglietto scaduto, parla ancora di comunisti… […] Gli unici impegni che ha mantenuto sono stati quelli sul lavoro, con un milione di posti di lavoro in meno, non in più". Sulla questione sindacati non torna indietro: "In Germania c'è sindacato unitario e funziona, perché non copiamo le cose che funzionano? Così come abbiamo ridotto il numero delle province e dei parlamentari, non mi sembra normale avere il numero dei sindacalisti più alto del mondo. Diminuire i permessi sindacali non è un attacco, ma un aiuto al buon funzionamento del sindacato. E serve anche una legge che regoli il diritto di sciopero, che comunque resta un diritto costituzionale".
Poi un piccolo fuori programma della regia di Virus:
Silvio Berlusconi: "Possiamo vincere le Regionali, Renzi è a Chigi da non eletto"
Il primo a parlare è Silvio Berlusconi, che si sottopone alle domande del conduttore, dopo un siparietto sul suo nuovo profilo Instagram. Si parte dalle tasse, con il Cavaliere che ricorda "la grande emozione di portare la pressione fiscale al 39% durante il mio Governo" e attacca: "Guardando le spese del prossimo anno, la pressione fiscale arriverà al 45%, io resto fedele alla mia ideologia liberista del meno tasse più consumi". La detassazione deve partire "dalle successioni e dagli immobili", perché "la tassa è qualcosa di sacro" e anche a seguito dell'Imu "abbiamo avuto 550mila posti di lavoro persi".
Poi si passa alla Libia: "Io ero riuscito ad addomesticare Gheddafi, che aveva fatto tanto per il suo popolo, anche se mancavano televisioni, radio e giornali liberi". Nella sua esperienza personale, Berlusconi ricorda i "65 procedimenti personali" che gli sono costati "560 milioni di euro di avvocati": tutto ad opera della "magistratura politicizzata di sinistra".
Il giudizio su Renzi è più articolato: "Aveva sollevato grandi speranze, poi si è autocatapultato a Palazzo Chigi senza essere stato eletto e dopo le primarie che sono molto manipolabili. Ora è Presidente del Consiglio con la stampella di parlamentari eletti nel centrodestra e sostenuto da 130 parlamentari incostituzionali". Su Fitto ribadisce: "Ci ha tolto un peso, eravamo sui giornali per le sue critiche…meno male che se ne è andato via". E ora l'obiettivo di FI è quello di ripartire, soprattutto dalla Liguria: "Toti può farcela, la Regione è ferma e governata malissimo dal 2004 in poi". Servirà l'aiuto della Lega Nord che, tra i vari partiti, "è quella che mi ha fatto meno disperare, ed è parte essenziale della mia coalizione". L'impegno personale sarà quello di andare "in tutte le province italiane" ad insegnare a tutti i moderati italiani a votare "per il partito principale del centrodestra".
Sui diritti civili, un passaggio interessante: "Senza arrivare al matrimonio, ma lo Stato deve riconoscere i diritti a chi si ama. E la cosa non è incompatibile con la difesa della famiglia tradizionale".
Non ci sarà il confronto televisivo diretto fra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, che avrebbe dovuto aver luogo a pochi giorni dalle elezioni regionali ed amministrative in cui saranno chiamati alle urne quasi 22 milioni di italiani. La notizia era nell’aria da giorni, ma è stata ufficializzata poche ore fa: i due leader politici saranno entrambi ospiti del programma Virus, condotto da Nicola Porro ed in onda su Rai 2 in prima serata, ma in singoli “momenti” separati. Sia il Presidente del Consiglio che il leader di Forza Italia, dunque, si sottoporranno alle domande del conduttore e dei giornalisti in studio, ma non avranno modo di interagire tra loro.
Per la verità, questa mattina è stato lo stesso Silvio Berlusconi a spiegare i motivi per i quali non si è tenuto un confronto diretto, negando di essere stato lui a far saltare il duello con il suo ex alleato sulle riforme: “Non ho fatto saltare alcunché, a me è stata solo proposta una intervista, poi è venuto fuori che anche Renzi sarebbe stato presente alla trasmissione Virus”. Sulla possibilità di confrontarsi direttamente con Renzi, poi spiega: “Non mi è stata fatta alcuna offerta, ci sarà il modo di incontrare il signor Renzi. Io non ho timore nel farlo, anzi. Ma non credo che si possano fare confronti a pochi giorni dalle elezioni Regionali senza un minimo di preparazione e soprattutto senza regole prestabilite per un confronto alla pari. Mi piacerebbe poterlo fare, ma con regole e garanzie”.
Del resto le ultime battute di questa lunga campagna elettorale stanno evidenziando quanto si tratti di un test cruciale per gli equilibri politici. Da una parte il Presidente del Consiglio sa di attraversare un momento difficile e di essere in difficoltà in alcune Regioni cruciali (Liguria, Campania e Veneto su tutte); dall’altra Berlusconi spera di invertire la tendenza negativa degli ultimi mesi piazzando la bandierina Toti in una Regione simbolo come la Liguria; in mezzo Salvini che pare destinato ad aumentare nei consensi ed il Movimento 5 Stelle, che potrebbe mettere a segno un risultato storico e tornare “a far paura” ai partiti tradizionali.