Ad imporre la discussione sono stati ancora una volta gli esponenti del Movimento 5 Stelle, con Vito Crimi (capogruppo designato al Senato della Repubblica) che ha preannunciato la volontà di votare sì ad una eventuale richiesta di arresto per Silvio Berlusconi, ma soprattutto di appoggiare la "linea" che vuole Silvio Berlusconi ineleggibile in quanto titolare di concessioni pubbliche. Il riferimento è addirittura ad una legge del 1957 che prevede che non sia eleggibile al Parlamento chi "in proprio è vincolato per lo Stato per concessioni di notevole entità economica" (come le frequenze televisive, appunto). Ovviamente, come ci ricorda Ciriaco su Repubblica, il nodo è antico: "Già in passato, la prima volta nel 1994, con maggioranza di centrodestra, il Parlamento era stato investito dal compito di giudicare il Cavaliere. Confermandogli il seggio".
Il punto è che questa volta sulla questione il Movimento 5 Stelle intende caratterizzarsi e sfidare a viso aperto il Partito Democratico (già messo all'angolo per quanto riguarda la condanna della manifestazione dei parlamentari Pdl contro i giudici di Milano). "Ci aspettiamo che anche altri votino per l'ineleggibilità di Berlusconi", anticipa Crimi, trovando stavolta qualche risposta più decisa in casa democratica (da parte di Zanda, ad esempio). A sostegno di questa interpretazione della legge ("tecnicamente" l'ineleggibile sarebbe Confalonieri, anche se la discussione resta complessa), c'è anche l'ormai "datato" appello di MicroMega, che ha già raccolto 180mila adesioni.
Il problema è che non sarà semplice impostare un percorso chiaro per dirimere la questione. Come detto, toccherà alla Giunta valutare eventuali ricorsi. Ma bisognerà prima attendere la sua composizione definitiva, che seguirà l'elezione del Presidente del Senato. Successivamente bisognerà capire a chi andrà la Presidenza della Giunta, che spetta all'opposizione: a quale opposizione, dunque? Data la complessità della situazione politica, resta da capire se verrà assegnata al M5S, al Pdl o ad un rappresentante di Scelta Civica (e nel caso di Governo tecnico?). Insomma, ancora una volta la questione rischia di rimanere irrisolta, tra formalismi e "burocrazia".