Berlusconi e il Rubygate: chiesto il rito immediato per concussione e prostituzione minorile
Eccoci ad una svolta importante riguardante il caso Ruby. La Procura di Milano, infatti, ha ufficialmente chiesto il processo con rito immediato nei confronti di Silvio Berlusconi sia per il reato di concussione che per quello di prostituzione minorile. E' tramontata quindi l'ipotesi di una richiesta di rito immediato per il solo reato di concussione, ipotesi ventilata con una certa insistenza nei giorni scorsi.
Il Procuratore Bruti Liberati, i procuratori aggiunti Boccassini e Forno, e il pm Sangermano avevano creato un fascicolo autonomo per il Presidente del Consiglio, dopo aver stralciato la sua posizione dall'inchiesta principale nella quale sono indagati per induzione e sfruttamento della prostituzione Emilio Fede, Lele Mora, Nicole Minetti e altre persone.
La creazione del fascicolo autonomo aveva fatto ben pensare che al giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo venisse inoltrata la richiesta di processo immediato senza separare i due reati, cosa che poi è puntualmente accaduta. Come abbiamo ricordato ieri, poi, il capo di imputazione relativo alla prostituzione minorile non è stato modificato: Ruby, infatti, rappresenta l'unica parte lesa.
I pm sostengono nella loro richiesta che "c'è evidenza della prova" e che la competenza non appartiene al Tribunale dei Ministri. A tal proposito si legge che: "A seguito dell'esame degli atti ricevuti dalla Camera dei Deputati e da quelli depositati dalla difesa, si espongono le ragioni per le quali questo ufficio ritiene che in ordine alla concussione non sussiste ipotesi di reato ministeriale".
Gli avvocati di Berlusconi commentano con grande disappunto l'operato della Procura milanese. Per Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato di Berlusconi, l'operato dei magistrati rappresenta una vera e propria "violazione della Costituzione".
Anche il diretto interessato, il Presidente Silvio Berlusconi, ha avuto parole durissime per i pm milanesi:
Queste pratiche violano la legge e vanno contro il Parlamento, perché la Procura di Milano non ha la competenza territoriale. E' chiarissimo. La procura di Milano non ha la competenza funzionale. La concussione non c'è perché il concusso non esiste, non ha subito nessuna minaccia. Io sono intervenuto come Presidente del Consiglio perché ero preoccupato che potesse verificarsi un incidente diplomatico internazionale e anche per aiutare, come faccio sempre, delle persone in difficoltà. Quindi la concussione non esiste. L'altra cosa assolutamente non esiste per la dichiarazione delle persone interessate, con tutte le testimonianze al riguardo, quindi sono cose assolutamente pretestuose.
A me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del paese, abbiano gettato fango sul nostro paese, sul governo, oltre che sulla mia persona internazionalmente. Mi domando chi pagherà per queste attività che, a mio modesto avviso hanno soltanto finalità eversive. Una vergogna, veramente uno schifo e una vergogna. E non so come pagheranno. Nessuno pagherà, alla fine pagherà lo Stato perché naturalmente intenterò una causa allo Stato, perché sapete che non c'è la responsabilità dei magistrati, che è una cosa da cambiare e che cambieremo.
In ogni caso, ora non resta che aspettare che sulla richiesta di giudizio immediato si pronunci il gip. Intanto continua a surriscaldarsi anche la pista napoletana: molti elementi che stanno venendo fuori dall'inchiesta della Procura di Napoli, soprattutto le intercettazioni riguardanti Sara Tommasi, potrebbero infatti rafforzare in maniera decisa le ricostruzioni dei pm milanesi.