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Berlusconi contro M5S: “Non possiamo cadere nelle mani di assoluti incapaci che non hanno mai lavorato”

Il nuovo attacco di Silvio Berlusconi al Movimento 5 Stelle: “L’Italia corre un grande grande pericolo, ovvero quello di cadere nelle mani dei Cinque Stelle che sono assoluti incapaci, che non hanno mai lavorato, mai pagato le tassee hanno invidia profonda per chi ha saputo conquistarsi il benessere”.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel corso di un'intervista concessa al Tg5, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha parlato del programma elettorale di coalizione e attaccato nuovamente il Movimento 5 Stelle. "Vogliamo combattere la povertà, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, e l'immigrazione incontrollata. Abbiamo approfondito molti altri punti del programma che vanno dalla flat tax all'adeguamento a mille euro delle persone minime. Il taglio delle tasse non è un costo, anzi per i conti pubblici è un guadagno perché con aliquote più basse lo Stato incassa di più non di meno, ma anche di sicurezza, che è conseguenza dell'immigrazione incontrollata".

"Noi vogliamo cambiare dal profondo l'Italia con una vera e propria riorganizzazione dello Stato, che ponga fine all'oppressione fiscale, a quella burocratica e a quella giudiziaria. Adesso l'Italia corre un grande grande pericolo, ovvero quello di cadere nelle mani dei Cinque Stelle che sono assoluti incapaci, che non hanno mai lavorato, mai pagato le tassee hanno invidia profonda per chi ha saputo conquistarsi il benessere. Se vincessero distruggerebbero il Paese così come stanno distruggendo Roma, come tutti possono vedere con l'emergenza rifiuti", ha proseguito Berlusconi.

Riguardo il "Berlusconi presidente" apparso sul simbolo elettorale di Forza Italia, l'ex cavaliere ha spiegato che "è una scelta voluta da dirigenti e militanti con messaggio politico importante. Non ho nessuna ambizione politica, ho rappresentato il mio Paese per 10 anni e sono stato l'unico leader ad ospitare tre G7. Non ho altro da chiedere per le gratificaziono. Ma ho il dovere di fare una cosa per gli altri. Non mi tiro indietro: se lo facessi non sarei più degno figlio dei miei genitori, non sarei più quell'uomo che hanno cresciuto ed educato".

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