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Berlusconi contro la Rai: “Fa pubblicità alla mafia”

Il leader di Forza Italia: “Noi facciamo fiction per promuovere l’Italia, io sono il primo imprenditore culturale d’Italia”. Sulle primarie: “Finché ci sono io sono inutili”.
A cura di S. P.
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Un attacco alla Rai, a Equitalia e un ragionamento sulle primarie: sono questi alcuni dei temi toccati stamane dal leader di Forza Italia intervenuto nel corso di una conferenza stampa sulle politiche per la cultura nella sede del partito. “Non si tratta di fare pubblicità alla mafia come fa la tv pubblica, noi questo non lo facciamo, noi facciamo fiction per promuovere l’Italia, io sono il primo imprenditore culturale d’Italia”, così Silvio Berlusconi nel suo intervento.  Per Berlusconi le imprese che si occupano di cultura non devono pagare le tasse: “Essendo stato al Governo avrei potuto intervenire un po' più da vicino sulle imprese che si occupano di cultura. Sono 4650mila e muovono 80 miliardi del nostro Pil. Credo che bisogna avere il coraggio di detassare queste imprese”, ha spiegato. Berlusconi è tornato a parlare anche di Equitalia: “La riforma fiscale non si può fare se prima non si fa una riforma delle istituzioni. Il rapporto tra Stato e cittadini in materia fiscale deve assolutamente mutare. Siamo l’unico paese del mondo – ha spiegato ancora l’ex premier – ad avere una tassa come l’Irap, si dovrebbe abolire Equitalia e affidare la riscossione ai comuni, siamo convinti che non si possa continuare in questa maniera”.

“Nostro sì al Senato per non interrompere le riforme” – Poi, ancora, Berlusconi ha accennato al discorso primarie: “Finché ci sarò io – così il leader di Forza Italia – non c’è bisogno di fare le primarie, quando Silvio Berlusconi non sarà più in campo allora mi sembra che sia assolutamente naturale e necessario fare le primarie”. Berlusconi, parlando di sua figlia Marina, ha poi precisato: “Marina Berlusconi potrebbe partecipare alle primarie? Le primarie si faranno con chiunque mi sostituirà” e vorrà “il bene di Forza Italia”. A proposito del patto sulle riforme con Renzi, Berlusconi ha detto che il suo partito aveva dichiarato “inaccettabile il testo base sulla riforma del Senato, ma non voleva interrompere la collaborazione per non essere indicata come la responsabile della rottura di una maggioranza al governo”.

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