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Arcore: Berlusconi contestato da agenti di polizia, promette aumenti salariali

La maggioranza delle siglie sindacali della Polizia protestano sotto la villa di Arcore, fischi per il presidente Silvio Berlusconi che promette gli aumenti di stipendio previsti dal Consiglio dei ministri ma ancora non concessi alle forze dell’ordine.
A cura di Alessio Viscardi
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Un sit-in di protesta indetto dai sindacati di polizia è davanti la villa di Arcore, residenza milanese del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. I poliziotti protestano per i tagli al bilancio delle forze dell'ordine e per la mancanza di aumenti salariali, il premier è sceso per incontrare i portavoce e promettere loro che le richieste saranno prese in considerazione. Fischi e urla sono stati rivolti contro Berlusconi dai manifestanti. L'arrivo dell'inviato di Annozero ha fatto andare via il presidente. Divisi anche i sindacati di polizia, molte le sigle assenti.

Venerdì scorso, il vicecapo della Polizia, Nicolla Izzo, ha ricevuto al Viminale i rappresentanti dei sindacati che hanno indetto la manifestazione di oggi ad Arcore. Secondo Franco Maccari, segretario generale Coisp, il vicecapo aveva fatto pressioni affinché la manifestazione fosse sospesa. In cambio, il presidente Berlusconi avrebbe concesso gli aumenti salariali che il Consiglio dei ministri aveva riconosciuto alle forze dell'ordine.

Sarebbe questo il motivo per cui alcune sigle sindacali hanno ritirato l'adesione al sit-in di oggi davanti alla residenza milanese del presidente del Consiglio. La maggioranza dei sindacati, però, ha deciso di scendere in strada lo stesso per gridare il proprio malcontento. Enzo Letizia, segretario dell'Associazione funzionari di polizia Anf, dichiara: “siamo qui sia per ricordare tutti gli impegni che sono stati presi già dalla manovra di luglio e che fino a oggi sono stati sempre disattesi, sia per far tornare questo governo a investire sulla sicurezza (…) Il premier, del resto, non ha convocato i sindacati di polizia a Palazzo Chigi per prendere questo impegno formale. In passato abbiamo avuto più volte incontri con il ministro dell'Interno Roberto Maroni che poi sono stati disattesi dal governo. Non ci fidiamo di quello che ci ha detto il vicecapo della Polizia perché la storia di questi anni ci impedisce di fidarci di quello che ci dice il premier”.

Motivo del malcontento, i tagli previsti dalla legge finanziaria per l'anno 2011, che assieme ai tagli alla scuola pubblica e ai tagli al Fus, riducono anche gli investimenti nella pubblica sicurezza.

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