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Berlusconi avverte i dissidenti di Forza Campania: “Se andate avanti così siete fuori dal partito”

Durissima nota del Cavaliere nei confronti dei consiglieri regionali che, fuoriusciti da Forza Italia, hanno costituito il gruppo autonomo, battezzato “Forza Campania”.
A cura di Carlo Tarallo
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Una nota durissima, diramata poche ore fa da Silvio Berlusconi. L’ex premier si rivolge direttamente ai consiglieri regionali fuoriusciti dal gruppo di Forza Italia che hanno recentemente costituito un gruppo autonomo, battezzato “Forza Campania”. Mafalda Amente, Massimo Ianniciello, Pasquale Giacobbe, Sergio Nappi, Paola Raia, Antonio Ruggiero e Luciana Scalzi: questi i sette dissidenti, che hanno scelto la Raia come capogruppo, ai quali si è aggiunto Carlo Aveta, de La Destra. Sul web circola da giorni anche un logo, esattamente identico a quello di Forza Italia, con la scritta “Forza Campania”.

“La bandiera di Forza Italia è una soltanto” – "Forza Italia – recita la nota – è il primo baluardo a difesa della democrazia e della libertà in Italia. E' la casa di chi crede nei valori liberali e di chi non si rassegna al declino. E' la casa degli italiani che amano la liberta' e vogliono restare liberi. Forza Italia ha un progetto chiaro: unire tutti i moderati, tutte le donne e gli uomini che si contrappongono alla sinistra e vogliono meno Stato, piu' solidarieta' ed una giustizia giusta”.
Poi l’affondo: “La bandiera di Forza Italia – prosegue l’ex premier – e' una ed una soltanto. Non la si puo' piegare a progetti di piccolo cabotaggio, nati per ambizioni personali o rivendicazioni territoriali, benche' in parte comprensibili. Non e' accettabile, ne' politicamente ne' legalmente che si utilizzi, come sta avvenendo in Campania, un logo che si richiama a Forza Italia per darne vita a versioni piu' o meno fedeli al fine di confondere l'elettorato".

“Chi persevera è fuori dal partito” – Berlusconi dunque, pur ritenendo “in parte comprensibili” le rivendicazioni territoriali, avverte i dissidenti: se proseguono nella loro strategia, sono fuori dal partito: "Chi dovesse rendersi responsabile – scandisce Berlusconi – di simili manovre va de facto considerato fuori dal nostro movimento. Forza Italia unisce, sotto un unico grande progetto, un grande numero di italiani e non puo' assecondare al suo interno divisioni, scissioni che svilirebbero la portata rivoluzionaria della sua rinascita. Specie ora che la strada del rafforzamento del bipolarismo e' intrapresa a passi spediti”.

“Il mio auspicio: fare squadra” – “Invito i nostri elettori – prosegue la nota – i nostri tanti elettori, a non ascoltare le sirene di chi propone loro improbabili liste o formazioni locali, recanti simboli inventati al solo scopo di collegarli a quello di Forza Italia, nate non per costruire ma per porre veti ed incrementare i percorsi personali dei propri ispiratori e che mai potrebbero vedere alcun riconoscimento da parte del nostro movimento politico".
“Il mio auspicio – conclude il leader di FI – e' che tutti i dirigenti, gli eletti ed i militanti di Forza Italia sappiano fare squadra, pur nel rispetto delle proprie posizioni e prospettive, consapevoli che solo lo stare uniti puo' renderci credibili agli occhi dei nostri elettori”.

Come nasce il Caso Campania – Insomma, una presa di posizione durissima, che arriva pochi minuti dopo l’intervento di Matteo Renzi davanti alla direzione del Pd che ha di fatto sigillato l’accordo sulle riforme e sulla legge elettorale. Segnale di quanto il “caso Campania” abbia fatto infuriare letteralmente Berlusconi, che ha pazientemente atteso la conclusione della delicatissima trattativa col segretario del Partito Democratico per poi intervenire in prima persona e nella maniera più ufficiale possibile. Ma da dove nasce la scissione nel gruppo regionale di Forza Italia?

Cosentino vs Cesaro – Essenzialmente dalla nomina a coordinatore regionale campano del senatore Domenico De Siano, che non è stata digerita dall’ala del partito più vicina all’ex sottosegretario Nicola Cosentino, che puntava sulla nomina del senatore Carlo Sarro. La partita per il coordinamento regionale è stata combattuta senza esclusione di colpi (come del resto un po’ in tutta Italia) ma alla fine ha prevalso il fronte pro-De Siano che ha visto insieme Stefano Caldoro, Luigi Cesaro, Mara Carfagna e un variegato fronte di supporters dell’attuale coordinatore che contava anche sul sostegno di Francesca Pascale, la fidanzata di Berlusconi.

Chi sono i dissidenti – Dall’altro lato una serie di parlamentari (Vincenzo D’Anna, Giovanna Petrenga) più i consiglieri regionali che hanno poi costituito il gruppo, che vede la presenza tra gli altri anche di Luciana Scalzi, fino a pochi giorni fa strettissima collaboratrice di Denis Verdini e ritenuta insieme a Nicola Cosentino e allo stesso D’Anna l’ispiratrice principale della nascita di Forza Campania.
Una linea che nelle intenzioni dei dissidenti doveva snodarsi su due piani: quello politico, con la permanenza a tutti gli effetti in Forza Italia, e quello in consiglio, con la creazione del gruppo autonomo. L’obiettivo delle critiche dei dissidenti era infatti la politica della giunta regionale guidata da Stefano Caldoro, mentre era sempre e comunque stata assicurata la “fedeltà a Berlusconi”. Una differenziazione di piani, però che dopo la nota dello stesso ex presidente del consiglio non è più sostenibile. E adesso?

Gli scenari – E adesso parte il conto alla rovescia: in programma per sabato prossimo, infatti, c’è (ci sarebbe) la prima manifestazione pubblica della neonata “Forza Campania”. Una manifestazione che assume a questo punto un ulteriore significato politico: chi sceglierà di proseguire, sceglierà anche di dire addio a Forza Italia, consiglieri regionali e parlamentari compresi. La manifestazione, si terrà o verrà annullata? I prossimi giorni, c’è da giurarci, saranno incandescenti…

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