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Beppe Grillo: “Siamo in guerra, per cambiare la società italiana”

Il leader del Movimento 5 Stelle torna all’attacco e annuncia l’intenzione di un nuovo V Day. Intanto il senatore Romani: “Sembra che siamo divisi in due gruppi, forse tre”.
A cura di Redazione
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"Siamo la variabile del Sistema e quindi per nostra stessa natura siamo condannati a vincere la partita o a perderla inesorabilmente". Così Beppe Grillo argomenta nel suo nuovo post, intitolato in maniera diretta "Siamo in guerra". All'interno le considerazioni sulla necessità di riprendersi le piazze,  dal momento che il "Parlamento si è rivelato una scatola di tonno vuota" e sulla volontà di tornare a rilanciare la "rivoluzione a 5 Stelle". Per farlo Grillo invita i suoi ai "fatti, non alle parole" e annuncia che presto sarà organizzato un nuovo V Day, con un nemmeno tanto velato avvertimento ai suoi: "Chi vuole guardarsi l'ombelico si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente."

Ecco il post:

Kasparov, il campione sovietico, diceva che gli scacchi sono il gioco più violento che esiste. Ed è una partita a scacchi con un Sistema Organizzato a norma di legge quella in corso da anni in Italia. Una partita che ha mandato a morte giudici, fatto esplodere bombe, espulso silenziosamente dalla scacchiera giocatori avversari in tutti i settori della società. E' avvenuto nella politica, nell'informazione, nelle grandi industrie, nell'arte. Chi è nel Sistema deve far parte del Sistema, sia questi un politico, un cantante, un industriale. L'occupazione degli spazi della scacchiera è continuo, incessante, a colpi di leggi, di disinformazione, dell'utilizzo di ogni regola fatta su misura. Ogni casella disponibile va presidiata. Parafrasando Karl von Clausewitz "La politica non è che la continuazione della guerra con altri mezzi". Il MoVimento 5 Stelle non è violento, ma è rivoluzionario. Vuol cambiare la società, restituire ai veri giocatori, i cittadini, la scacchiera, il gioco. Cambiare in senso democratico la Costituzione e lo Stato. Il M5S è una variabile che il Sistema, non solo quello nazionale, non aveva previsto e ha quindi reagito con ogni mezzo possibile per escluderlo dal gioco. Il M5S è condannato dalla sua stessa natura a vincere la partita o a perderla irrimediabilmente. I pezzi bianchi non possono allearsi con quelli neri. A differenza degli scacchi in questa partita non è previsto il pari, ma solo lo scacco matto. Siamo in guerra, una guerra che deciderà il destino di questo Paese per il prossimi decenni. O ci sarà una svolta o una lenta stagnazione con facce nuove a proteggere i vecchi interessi di sempre. Le giovani generazioni non hanno un futuro, laureati e diplomati hanno lasciato l'Italia a centinaia di migliaia in questi anni alla ricerca di lavoro e di opportunità. Sono loro i nostri rifugiati politici costretti ad espatriare, come i siriani, come i libici. Prendono il treno al posto dei barconi. Come in tempo di guerra, lasciano le loro case bombardate dalla corruzione e dall'arroganza della classe politica. Non è più tempo di parlarsi addosso, ma di azioni, di segnali, di presenze. Il Parlamento si è dimostrato una scatola di tonno vuota, il contenuto lo aveva già divorato da tempo il Sistema. Bisogna tornare nelle piazze e pretendere che la RAI diventi una casa di vetro, oggi è solo uno strumento di propaganda in mano ai partiti. Con i fatti, non con le parole. Chi vuole guardarsi l'ombelico si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente. Presto faremo il terzo VDay. Tenetevi pronti.

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