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Beppe Grillo: “Scalfari delirante, è cane da guardia del Sistema”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle ancora contro Eugenio Scalfari (che lo ha duramente attaccato nel suo editoriale): “Colpi sotto la cintura, ma il suo tempo è finito”.
A cura di Redazione
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Erano in molti ad essere rimasti sorpresi dall'editoriale di questa mattina di Eugenio Scalfari, non tanto per il contenuto (è nota l'avversione del fondatore de La Repubblica nei confronti del capo politico del Movimento 5 Stelle) quanto per la formulazione perentoria e secca della sua lettura politica (del resto lo stesso titolo "Se vince Grillo Paese a rotoli" è decisamente esplicativo). Ovviamente non è tardata ad arrivare la risposta diretta di Beppe Grillo, affidata alle colonne del suo blog, con un post dal titolo "L'invasione degli ultrascalfari". Per il capo politico del Movimento Scalfari testimonia in modo eloquente la paura del sistema in previsione delle elezioni europee, con un "articolo delirante" ricco di colpi sotto la cintura.

E tutto in funzione dell'unico obiettivo: il Movimento 5 Stelle non deve vincere le elezioni europee. Ecco il ragionamento di Grillo:

E' iniziata l'invasione degli Ultrascalfari. La paura delle elezioni europee fa novanta e ogni colpo contro il M5S è lecito, meglio se sotto la cintura. Scalfari fa da apripista, da pennivendolo da sfondamento che con quell'età e quella barba può scrivere quello che vuole. Il suo delirante articolo di oggi ("Se vince Grillo, paese a rotoli") è solo l'annuncio dell'invasione degli Ultrascalfari di destra e di sinistra nei media da qui a maggio. Il Sistema manda avanti i suoi cani da combattimento senza alcun pudore. Il M5S non deve vincere le elezioni europee. Chi leggesse oggi Repubblica avrebbe la stessa sensazione di chi si mise in ascolto la sera del 30 ottobre del 1938 della stazione radiofonica statunitense CBS di un falso notiziario radio che annunciava l’invasione degli alieni e i suoi drammatici sviluppi, milioni di radioascoltatori credettero veramente all'inizio di una guerra dei mondi. Dalla radio uscirono queste tremende parole pronunciate da Orson Welles: "Signore e signori, è la cosa più terribile alla quale abbiamo mai assistito… Aspettate un momento! Qualcuno sta cercando di affacciarsi alla sommità… qualcuno… o qualcosa. Nell’oscurità vedo scintillare due dischi luminosi… sono occhi? Potrebbe essere un volto. Potrebbe essere… mio Dio, dall’ombra sta uscendo qualcosa di grigio che si contorce come un serpente. E poi un altro e un altro ancora. Sembrano tentacoli. Ecco, adesso posso vedere il corpo intero. È grande come un orso e luccica come cuoio bagnato. Ma il viso! È indescrivibile. Devo darmi forza per riuscire a guardarlo. Gli occhi sono neri e brillano come quelli di un serpente. La bocca è a forma di V e della bava cade dalle labbra senza forma che sembrano tremare e pulsare. Il mostro, o quello che è, si muove a fatica". Ma questo sono io, la mia descrizione fatta da Scalfari! Che si spinge là dove osano i pidimenoellini e dipinge il M5S come una copia moderna del nazismo: "Si tratta di una campagna di destra, una destra xenofoba contro gli immigrati, qualunquista contro i partiti (tutti i partiti, nessuno escluso) e contro le istituzioni, dal capo dello Stato al presidente del Consiglio ai ministri (tutti i ministri) e contro la magistratura e la Corte costituzionale… vuole abbattere tutta l’architettura esistente ma con un obiettivo reazionario perché vagheggia una dittatura, la sua. Di chi è la colpa, chi ne sono i responsabili, stando alle indicazioni di Grillo? I partiti che governano il Paese da oltre mezzo secolo, l’establishment economico, i sindacati, l’Europa. Questi sono i nemici da sconfiggere, mettere in fuga e sostituire. Con chi? Col popolo finalmente svegliato da Grillo, che sarà naturalmente lui a guidare, a istruire e ad educare. Questo pensa Grillo, lo dice e lo diffonde. Ormai è un Verbo, naturalmente incarnato.". Alla bufala di Welles credettero sei milioni di persone, a Scalfari non crede neppure più De Benedetti. E' il tempo della panchina lunga caro Eugenio, magari al Pincio. Tu, l'Ingegnere e Napolitano a ricordare i vecchi tempi. Quando gli elettori, il cosiddetto popolo così tanto disprezzato non contava nulla. Bei tempi quelli, ma non torneranno più.

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