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Beppe Grillo prende le distanze (a modo suo) dagli insulti al ministro Boschi

Il capo politico del Movimento 5 Stelle si dissocia dagli insulti contro il ministro Boschi comparsi sul suo blog. Poi spiega: “Per quello che si sa, gli insulti possono essere stati scritta da giornalisti o militanti Pd”.
A cura di Redazione
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Dopo le polemiche per gli insulti al ministro per le Riforme Maria Elena Boschi (in larga parte a sfondo sessista) comparsi sul blog di Beppe Grillo nella giornata di ieri, è lo stesso capo politico del Movimento 5 Stelle ad intervenire. Grillo, con un breve post dal titolo inequivocabile ("No agli insulti alla Boschi"), prende le distanze dalle offese rivolte alla Boschi dagli utenti del blog e spiega di voler mettere a disposizione i nominativi, qualora il ministro volesse attivare la polizia postale per adire le vie legali.

Certo, la precisazione di oggi è sui generis: Grillo, infatti, non manca di sottolineare come gli insulti siano stati ricondotti al M5S dai giornali di regime, insinuando che a scriverli possano essere stati "gli stessi giornalisti che hanno fatto gli articoli o gli esponenti del Pd" e richiamando il caso di un militante del Partito Democratico che aveva insultato Giachetti sul portale del Movimento 5 Stelle (e che poi era stato smascherato dagli stessi militanti grillini, costringendo il deputato renziano a scusarsi). Insomma, non accenna a placarsi la polemica con i giornalisti, dopo il post di ieri sulla "tutela delle fonti". Ecco il ragionamento di Grillo:

Gli insulti al ministro Boschi comparsi su Facebook sono stati ricondotti dai giornali di regime a Beppe Grillo, al M5S, ai suoi attivisti. La realtà delle cose ci dice che questi insulti sono stati scritti da alcuni utenti facebook, la cui identità non è certificata. Per quello che si sa possono essere stati scritti dagli stessi giornalisti che hanno fatto gli articoli o da esponenti del pd come successo in passato. I nominativi degli iscritti Facebook autori degli insulti, in gran parte cancellati, sono a disposizione del ministro Boschi qualora volesse attivare la polizia postale per giungere alla loro identità e agire per vie legali in tutela della sua reputazione.

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