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Beppe Grillo: “Napolitano non è super partes, ma non molliamo. Ccà nisciuno è fesso”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle attacca ancora il Capo dello Stato su indulto o amnistia: “Con quale urgenza si è mosso in questi anni?”.
A cura di Redazione
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Non accenna a placarsi lo scontro fra il Presidente della Repubblica ed il Movimento 5 Stelle, rinfocolato dallo sfogo di Napolitano da Cracovia, dopo le prime reazioni alle sue proposte per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri italiane. Dopo la conferenza stampa dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, è direttamente Beppe Grillo a prendere la parola, con un post sul suo blog in cui analizza il comportamento e le scelte del Capo dello Stato. Il capo politico del Movimento 5 Stelle, dopo aver ribadito la necessità che il dibattito avvenga con toni pacati per evitare il reato di vilipendio, ripercorre anni e anni di "silenzio" e di immobilismo sul tema del sovraffollamento delle carceri da parte delle istituzioni.

E chiama in causa direttamente Giorgio Napolitano:

Ieri il presidente dei partiti (in quanto eletto dai loro nominati) Giorgio Napolitanoha detto che il M5S ha un chiodo fisso e se ne frega dei problemi della gente e del Paese in merito alla sua proposta di indulto e amnistia per liberare le carceri. Il sospetto che questo appello avvenga per salvare Berlusconi e una miriade di colletti bianchi è lecito. Le lacrime napulitane versate per coloro che sono detenuti sono sospette da parte di chi è parte fondante di questa classe politica dal 1953 ed è ora nel suo ottavo anno di presidenza. Le carceri sono piene perché molte sono inutilizzate, perché leggi inutili e dannose come la Fini-Giovanardi sono in vigore, perché i cittadini extracomunitari e comunitari detenuti non vengono mandati nel loro Paese a scontare la pena. Cosa ha fatto su questi punti, signor Presidente? Con quale urgenza si è mosso in questi anni? Si è svegliato ora con una soluzione che non risolve nulla perché la maggior parte di chi verrà scarcerato in pochi mesi tornerà in galera, ruberà ancora, minaccerà ancora, si macchierà degli stessi reati. E il richiamo per i delinquenti degli altri Paesi diventerà una sirena irresistibile: "In Italia si può fare ciò che si vuole: passaparola!". Il M5S ha presentato a luglio una proposta per la riforma delle carceri. Nessuna risposta. C'erano le vacanze in Alto Adige, signor Presidente? Il blog ha denunciato con filmati, inchieste, interviste le morti in carcere in questi anni. Lei dov'era, signor Presidente? Il blog ha prodotto un libro sugli orrori delle carceri italiane, "La pena di morte italiana", violenze e crimini senza colpevoli nel buio delle carceri, lei lo ha letto, signor Presidente? Sa per caso chi è Niki Gatti, il ragazzo morto in carcere, signor Presidente? Il M5S ha chiesto più voltel'introduzione del reato di tortura non previsto nel codice penale, unico caso tra le nazioni occidentali, ne era a conoscenza, signor Presidente? Lei sa meglio di chiunque che l'amnistia e l'indulto non risolvono il problema delle carceri e aggraveranno i conflitti sociali come è successo con l'indulto del 2006 del mancato carcerato Mastella. Perché lo fa allora, signor Presidente? Lei dovrebbe essere super partes e non lo è quando attacca il M5S, che rappresenta otto milioni e mezzo di italiani, che ha restituito i finanziamenti elettorali, che si è tagliato gli stipendi, che sta ogni giorno nel Paese e tra la gente al contrario del Palazzo che lei rappresenta, signor Presidente. Si è vero, abbiamo un chiodo fisso, quello dell'onestà, e non lo baratteremo con nessuno. Su questo lei ha ragione, signor Presidente. Noi non molleremo, si metta l'animo in pace. Ccà nisciuno è fesso.

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