Beppe Grillo: “L’articolo 18 non si tocca, l’Europa vada a f…”
Dopo la pubblicazione del lungo commento di Aldo Giannuli che stroncava le ipotesi di riforma del mercato del lavoro elaborate dal Governo Renzi, è direttamente Beppe Grillo a tornare sulla questione articolo 18. Il capo politico del Movimento 5 Stelle non usa mezze misure ed esplicita chiaramente la linea sulla questione della revisione / abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: le tutele per i lavoratori non si toccano, man che meno perché ce lo chiedono le istituzioni europee. Nella lettura di Grillo non è possibile appoggiare la linea di chi vuole "trasformare i lavoratori in schiavi", chiudendo i buchi "della finanza internazionale con la sottrazione dei diritti sociali".
E i toni sono molto decisi anche stavolta:
Qui, qualcuno deve ancora spiegare le ragioni per cui togliere diritti ai lavoratori come l'abolizione dell'articolo 18 possa far ripartire l'economia. Senza certezze un lavoratore investirà di meno, la banca gli negherà un prestito. Qualcuno ci prende per il culo parlando di "conservatorismi" dopo che è stato mantenuto dagli italiani a fare il "poitico" come deputato dal 1953 (Napolitano, ndr). Una riforma per ricattare i lavoratori che possono essere licenziati senza giusta causa. E perchè? Perchè ce lo chiede l'Europa… ma l'Europa, con rispetto parlando, può andarsene a fanculo. I lavoratori si sono guadagnati quei diritti minimi con decenni di lotte e non li cederanno alla massoneria o alle banche che hanno distrutto intere economie con la bancarotta della finanza del 2008. L'equazione che vogliono far passare questi pescecani è semplice: chiudere i buchi della finanza internazionale con la sottrazione dei diritti sociali. Trasformare i lavoratori in schiavi. E per farlo, da noi hanno messo lì un vecchio e un bambino. L'articolo 18 non si tocca.
