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Beppe Grillo: “Io indagato per aver mangiato polenta”

Il leader del M5S dopo la richiesta di condanna a 9 mesi per le proteste NoTav scrive sul blog: “Sono sereno, chiesto per me il carcere per aver rotto un ‘sigillo inconsapevole'”.
A cura di Redazione
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"Io sono tranquillo: nove mesi passano presto. Voglio dare la mia solidarietà a Alberto Perino e a tutti i ragazzi della Val di Susa che devono risarcire un danno ipotetico di 215mila euro, ne hanno già raccolto circa 100mila e ne mancano altrettanti. C'è poco tempo e dobbiamo dargli una mano a risolvere questo problema. La Tav è un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma tutta l'Italia e forse tutta l'Europa, ma noi siamo tranquilli! La Giustizia fara' il suo corso e io sono calmo, perfetto e non mi agito assolutamente. Aiuta la Valle a resistere!". È un Beppe Grillo arrembante, quello che in un post pubblicato sul blog parla della richiesta nei suoi confronti a 9 mesi di reclusione per una vicenda riguardante le proteste NoTav del 2010. "Questo – spiega – è un appello di solidarietà alla Val di Susa. Sono più di 500 inquisiti, tutti sotto processo per delle cose che io non riesco assolutamente a capire. Comunque io confido nella Giustizia. Sono calmo, sono sereno. Sono molto sereno. Non ho grossi problemi. Il PM ha chiesto nove mesi di reclusione perché io avrei – dice il leader del M5S rotto un sigillo "già portato via dal vento", come scritto nella notifica. Era un sigillo che non c'era, un sigillo "inconsapevole". Mi hanno invitato in una baita dove mangiavano della polenta e io sono andato a mangiare la polentina".

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