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Beppe Grillo e la votazione sull’Aventino come risposta al “colpo di Stato”

Dopo la riunione di ieri con i parlamentari del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo torna a rivolgersi alla base per il via libera all’operazione “Parlamento in piazza”.
A cura di Redazione
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Nella riunione di ieri tra Beppe Grillo ed i parlamentari del Movimento 5 Stelle è passata a larga maggioranza la proposta del "Parlamento in piazza", come risposta al "colpo di Stato" in atto nel Paese, con la discussione del disegno di legge costituzionale a firma Renzi – Boschi. A spiegare le ragioni della protesta è lo stesso Beppe Grillo: "Allora, che ci rimaniamo a fare in Parlamento? A farci prendere per il culo, a sostenere un simulacro di democrazia mentre questi fanno un colpo di Stato? Rimarremo ancora fino a quando sarà possibile cercare di impedire il colpo di Stato con l'eliminazione del Senato elettivo. Dopo, se questi rottamatori della Costituzione non ci lasceranno scelta, ce ne andremo. Meglio uscire e parlare con i cittadini nelle piazze di Roma e d'Italia, meglio fare agorà tutti i giorni tra la gente che reggere il moccolo ai traditori della democrazia e della Patria. Li lasceremo soli a rimestare le loro leggi e usciremo tra i cittadini. Aria fresca".

Ora, su questa proposta, una sorta di Aventino riveduto e corretto, dovranno esprimersi gli iscritti certificati al blog di Grillo, con una votazione sul sistema operativo 5 Stelle. Ricordiamo che solo ieri il blog aveva ospitato un durissimo intervento di Aldo Giannuli, che aveva imputato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la responsabilità della fine della democrazia nel nostro Paese. La linea resta la stessa, insomma: "Ed ora assistiamo impotenti, grazie a partiti corrotti e complici, a un Presidente della Repubblica impresentabile e a un condannato in via definitiva. il cui partito è stato fondato con il concorso della mafia allo scempio della democrazia. Nessuna delle nostre istanze è presa in considerazione. Ci guardano con il sorriso sarcastico di chi ha il potere per diritto divino, di: "Io sono io e tu non sei un cazzo" e ci ignorano". Ma l'ultima parola spetterà ai militanti del blog.

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