Beppe Grillo difende la carne sintetica: “Evita sofferenza agli animali e combatte crisi climatica”
Prodotti come la carne sintetica, o carne coltivata in laboratorio, rappresentano "una concreta alternativa agli allevamenti intensivi e alla macellazione, poiché per essere prodotti non richiedono la sofferenza e la morte di nessun animale". Lo ha scritto Beppe Grillo, fondatore e attuale garante del Movimento 5 stelle, in un post sui social. Ha condiviso così l'ultima pubblicazione sul suo blog, un discorso di Isha Datar, direttrice dell'istituto di ricerca New Harvest, dedicato proprio all'agricoltura cellulare, inclusa la coltivazione di carne.
L'articolo è stato pubblicato da Grillo in aperta polemica contro la decisione del governo Meloni di impedire la produzione e la vendita di carne coltivata, o carne sintetica, in Italia, con sanzioni da 10mila a 60mila euro. Si tratta di una pratica che attualmente non è diffusa in Italia, mentre in altri Paesi – come gli Stati uniti o Singapore – è già acquisita.
Il discorso condiviso da Grillo chiarisce: "Invece di allevare un intero pollo senziente, con becco e piume, coltiviamo la carne direttamente a partire dalle cellule muscolari". Proseguendo nell'analisi tecnica, Datar spiega che le cellule vengono fatte proliferare in un liquido con i nutrienti necessari e, quando sono un numero sufficiente, "possiamo raccogliere le cellule e i tessuti e trasformarli in una crocchetta, una crocchetta che sin dall’inizio era priva di ossa e di pelle e fatta interamente di carne bianca".
L'argomentazione condivisa da Grillo è che questo tipo di prodotti sia utile per salvaguardare gli animali, ma anche per la lotta al cambiamento climatico. "Sapevate che il nostro gregge mondiale di animali da allevamento è una delle maggiori cause e al contempo vittime del cambiamento climatico? Da una parte, le mucche da sole producono il 9% delle emissioni totali di gas serra", ha detto Datar. "Dall’altra parte, il caos climatico sta vedendo sempre più casi di migliaia, a volte decine di migliaia, di animali che da un giorno all’altro muoiono in tempeste, inondazioni e incendi. Il cambiamento climatico sta già riscrivendo le regole dell’agricoltura".
Oggi "un terzo del pianeta, il 27% circa, grosso modo equivalente a tutto il Nord e il Sud America messi insieme, viene destinato all’allevamento del bestiame". Se questo cambiasse, diventerebbe "possibile scegliere di fare cose come ripristinare la foresta amazzonica, che disboschiamo per il bestiame". L'Onu dice che "dovremo ripristinare la natura su un terreno grande quanto la Cina, se vogliamo raggiungere la resilienza climatica. L’agricoltura cellulare offre questa possibilità".
In generale, la coltivazione di carne farebbe risparmiare acqua, suolo ed emissioni, oltre a permettere un trattamento più umano degli animali. I polli da allevamento, ad esempio, oggi "devono essere macellati dalle 6 alle 8 settimane, perché se vivono oltre questo periodo, le loro zampe non saranno in grado di sostenere il corpo".
Il discorso postato da Grillo continua, poi, sottolineando che la carne non è l'unico alimento che si può produrre in laboratorio ("in teoria possiamo coltivare qualsiasi cosa che derivi da piante o animali"), e ricordando che alcuni prodotti ‘sintetici' vengono già consumati oggi, in piccole quantità. Si parla di "vitamine, aromi ed enzimi", ma anche del caglio utilizzato per trasformare il latte in formaggio.
Per quanto riguarda il problema del prezzo, "nel 2013 produrre un burger costava 250mila euro. Oggi ho visto stime arrivare anche solo a 50 dollari al chilo". Al contrario, " il prezzo della carne animale è già artificiosamente basso a causa di grandi sovvenzioni, non riflette il costo né per la salute pubblica né per l’ambiente e, in un mondo cambiato dal Covid, febbre suina africana e cambiamento climatico, il prezzo della carne animale può solo salire".
Sarebbe necessario, però, chiarire in fretta come gestire il lato politico della carne coltivata ("la titolarità o la protezione della proprietà intellettuale o l’amministrazione"), per non lasciarlo solo "nelle mani delle forze tecnologiche e di mercato". Questo è l'aspetto più criticato da Grillo: l'intenzione del governo Meloni di tirarsi fuori dalla questione con un divieto. Anche perché, secondo Datar, "abbiamo la possibilità di dare inizio a una trasformazione per l’umanità grande tanto quanto il passaggio dalla caccia all’agricoltura avvenuto circa 12mila anni fa".