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Beppe Grillo dice che il limite dei due mandati nel Movimento Cinque Stelle deve restare

Il fondatore del M5s Beppe Grillo dice che la regola del limite dei due mandati deve restare, perché serve a “prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Garante del M5s Beppe Grillo ha detto che il limite di due mandati nel Movimento Cinque Stelle deve rimanere. Così l'ex comico cerca di mettere la parola fine allo scontro che si registra da settimane all'interno del Movimento, culminato ieri nel durissimo botta e risposta tra il leader Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio. Grillo lo mette nero su bianco con un post sul suo blog, dal titolo "l'Elevato mi ha parlato".

Il tetto massimo di due mandati per gli eletti cinque stelle deve restare perché "è una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo".

A giudizio del fondatore dei Cinque Stelle, "appare sempre più opportuno estendere l'applicazione delle regole che pongono un limite alla durata dei mandati".

"Queste regole – scrive- hanno goduto di una certa fortuna in alcuni ambiti del settore pubblico, quali i giudici della Corte Costituzionale. Ma il limite alla durata dei mandati si giustifica anche nell'esigenza di porre un limite a un potere rilevante, come per esempio quello del Presidente degli Stati Uniti". E se "alcuni obiettanosoprattutto fra i gestori che si arroccano nel potere – che un limite alla durata dei mandati non costituisca sempre l'opzione migliore, in quanto imporrebbe di cambiare i gestori anche quando sono in gamba: "cavallo che vince non si cambia" sembrano invocare ebbri di retorica da ottimati".

"Ciò – sottolinea Grillo – è ovviamente possibile, ma il dilemma può essere superato in altri modi, senza per questo privarsi di una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo".

Conte pochi giorni fa aveva detto che la questione interna sarebbe stata affrontata dopo le amministrative: "Siamo alla vigilia di un appuntamento importante per la storia del Movimento, ovvero la votazione sul mantenimento del doppio mandato, ed era prevedibile che fosse motivo di fibrillazione panche per le sorti personali di tante persone che si sono impegnate col Movimento. Ci sarà una consultazione in rete e tutti si confronteranno", ha detto ieri Conte, commentando le parole del ministro degli Esteri, che aveva puntato il dito contro la sua linea, per i magri risultati ottenuti alle elezioni comunali.

"Quando era leader Di Maio quello statuto prevedeva un solo organo, il capo politico. Che ora faccia lezioni di democrazia interna a questa comunità fa sorridere", ha aggiunto Conte.

"Se il problema di Luigi Di Maio sono le poltrone per sé e i suoi lo dica, senza nascondersi dietro la dialettica che mancherebbe nel Movimento", ha detto oggi Riccardo Ricciardi, deputato e vicepresidente del M5S, in un'intervista al Fatto Quotidiano. Parlando del voto sul doppio mandato, il parlamentare aggiunge: "Il quesito va ancora costruito. Probabilmente Luigi è entrato nella psicosi dei due mandati. Ma nel giorno in cui Draghi è in una missione delicatissima, che il ministro degli Esteri parli da solo a mezzogiorno mi sembra fuori luogo".

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