Benzina, Rosato (Iv) a Fanpage.it: “Meloni si sta accorgendo che la campagna elettorale è finita”
Il problema è passare dalla perenne campagna elettorale d'opposizione alle "sedie della responsabilità". Ettore Rosato, deputato e presidente di Italia Viva, intervistato da Fanpage.it non ha dubbi nel commentare il video verità di Giorgia Meloni, in cui la presidente del Consiglio si difende dalle accuse che le sono piovute addosso in merito alle accise sui carburanti. Pesano le promesse fatte in passato, testimoniate da video e programmi, ma anche le accuse contro chi specula sul prezzo della benzina. Almeno secondo gli esponenti del governo, mentre i benzinai – che non l'hanno presa bene, ovviamente – hanno deciso di proclamare lo sciopero per la fine di gennaio.
La lettura della presidente Meloni, dopo giorni di polemiche sulle accise sulla benzina, è abbastanza chiara: non abbiamo rinnovato lo sconto perché favorisce i ricchi, le misure in manovra invece aiutano le fasce più povere. La convince?
È una lettura che non ha nessun fondamento. Il carburante pesa in egual modo su ricchi e poveri, e naturalmente i redditi più bassi sono quelli che ne pagano il prezzo più alto. Inoltre ogni aumento delle accise che incide sul trasporto provoca un aumento dei prezzi dei prodotti sugli scaffali dei supermercati. È un meccanismo evidente che Meloni e Fratelli d'Italia ci ricordavano all'opposizione, non so quale teoria economica sia cambiata nel frattempo.
Per giorni, però, hanno dato la colpa dell'aumento alla speculazione. E anche il decreto Benzina va in quella direzione in sostanza
L'aumento è pari alle accise che sono state reintrodotte, l'ha certificato il Ministero dell'Ambiente. La colpa è dell'aumento delle accise, altro che speculazione. E scaricarla sui benzinai non mi sembra la miglior soluzione in questo senso.
Meloni ha fatto anche un lungo elenco di misure a sostegno di famiglie e imprese che, se avessero prorogato il taglio delle accise sulla benzina, non sarebbero state inserite nella manovra
Faccio un esempio semplice: l'intervento sulle squadre di calcio di Serie A valeva un mese di sconti sulle accise. Hanno fatto una scelta diversa. È legittima, ma non la possono certo giustificare con misure sociali.
La presidente del Consiglio ha anche negato di aver promesso la riduzione delle accise sui carburanti durante la campagna elettorale estiva, ma la misura è scritta nero su bianco nel programma di Fratelli d'Italia. C'è un problema di coerenza?
Il problema vero è che quando si sono seduti sulle sedie delle responsabilità si sono accorti che la campagna elettorale era finita. E soprattutto che la campagna elettorale fatta per anni all'opposizione può essere divertente e utile per guadagnare qualche consenso, ma dopo ti inchioda alle tue dichiarazioni, che all'epoca facevano comodo e oggi si dimostrano più che irrealizzabili.
I soldi a disposizione, però, erano oggettivamente pochi. Cosa si poteva fare di diverso?
Noi che non siamo populisti non diamo mica tutte le colpe al governo, né diciamo che la crisi è responsabilità di Meloni. Ci sono però dei problemi oggettivi e alcune misure avrebbero potuto aiutare famiglie e imprese. Il taglio del cuneo fiscale era sicuramente più importante di Quota 103, servivano più risorse lì. Riproporre Industria 4.0, che è una misura a basso impatto finanziario e ad alta redditività, avrebbe rimesso in moto un pezzo di economia creando più occupazione.
Però in questo caso la lettura di Meloni e dei suoi ministri è: questa manovra serve ad aiutare le fasce più povere e a stimolare la crescita
Se queste misure servono a sviluppare la crescita economica le vedo davvero molto deboli.