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Benedetto XVI: No al precariato giovanile

Benedetto XVI ha rivolto ai vescovi italiani un discorso in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, invitando a lavorare affinché possa essere ridotta la disoccupazione giovanile e rinsaldata l’Unità Nazionale.
A cura di Giuseppe Tramontin
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Benedetto XVI: no al precariato giovanile

Sembrano non fermarsi le richieste fatte alla politica italiana affinché sia più sensibile ai temi sociali ed economici: l'ultimo ad avanzarle è stato Benedetto XVI che, rivolgendosi ai vescovi italiani in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, in una gremita Santa Maria Maggiore, ha lanciato un appello al mondo della politica e dell'imprenditoria affinché si compiano i necessari sforzi per contrastare il precariato e per rinsaldare l'unità nazionale. L'incontro è stato anche l'occasione per "affidare" alla protezione della Vergine Maria il futuro che si apre dinanzi al popolo italiano.

Non è mancato, nel lungo discorso durato più di due ore, un passaggio circa la necessità che nel Nord Italia si recuperino le motivazioni originarie di "quel movimento di ispirazione cristiana che ha animato una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico", mentre allo stesso tempo appare fondamentale "provocare il Sud a mettere in circolo, a beneficio di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone e quei tratti di accoglienza e di ospitalità che lo caratterizzano". Il Pontefice non si è limitato, però, ad "ammonire" i politici, ma ha messo in evidenza anche un modello da seguire: quello dell'economista e sociologo italiano Giuseppe Toniolo, tra i principali artefici dell'inserimento dei cattolici nella vita politica, sociale e culturale della nazione italiana.

Dura invece la "condanna" alla precarietà del lavoro, che deve consentire ai giovani di perseguire "il proprio disegno di vita familiare", senza rimandare le attese e le speranze di un posto fisso; come ricorderete, appello simile è stato fatto ieri da Emma Marcegaglia, che ha invitato la classe politica ha porre tra le priorità la "crescita economica", altro argomento non trascurato dal Papa, che ha posto l'accento non solo sul piano dello sviluppo "autentico e armonico della società", ma anche di realizzazione personale e "vocazionale".

Con questo intervento sembra essere confermata l'idea che l'attività pastorale di Benedetto XVI stia puntando a "promuovere" una fede che non sia sterile sentimentalismo, ma si incarni in questioni come l'economia, le scienze giuridiche e i diritti sociali, come evidente anche nell'appello rivolto ai funzionari e ai dirigenti della questura di Roma, invitati a ritrovare le radici morali e spirituali delle istituzioni.

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