Che negli ultimi anni le istituzioni, e le laute indennità, siano state merce di scambio tra procaci signorine e vecchi ricchi è evidente. Che giovani modelle siano transitate da "feste eleganti" a listini bloccati è cosa nota. Che forme più riservate di analogo meretricio si sviluppino in molti luoghi di lavoro è esperienza di tutti. Ma allora cosa urta della pessima uscita di Franco Battiato all'Europarlamento? Innanzitutto quella sottile misoginia per cui la colpa è sempre della donna, che circuisce l'uomo il quale, povero boccalone, cade nella trappola seduttiva. Non è così. L'uomo che accetta (e spesso propone) lo scambio è colpevole quanto la donna. Forse addirittura di più. Non bisognava parlare di troie, quindi, semmai di stronzi. Anzi, a dire il vero, rattrista proprio l'uso di queste espressioni. La volgarità della vita pubblica in Italia è disarmante. Chi ama le parole, come te, caro Battiato, ha il dovere di salvarci – almeno lui – dall'oscenità di questa "povera patria".