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“Basta tatticismi di Renzi, la pazienza è finita”: un’intervista anonima crea tensioni nel Terzo polo

Un dirigente di Azione, rimasto anonimo, ha criticato duramente i “tatticismi” di Matteo Renzi, presidente di Italia viva, in un’intervista all’Ansa. Ne è nata una polemica che ha visto intervenire diversi esponenti dei due partiti, che a giugno inizieranno il percorso per unificarsi.
A cura di Luca Pons
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Mattinata tesa nel Terzo polo, coalizione di Azione – guidato da Carlo Calenda – e Italia Viva, partito di Matteo Renzi. Tutto è partito da una fonte anonima, identificata da Ansa come un alto dirigente di Azione, che ha dichiarato che "la pazienza del gruppo dirigente di Azione" nei confronti di Matteo Renzi "si è esaurita". Questo ha scatenato le repliche e contro-repliche di diversi esponenti dei due partiti, che il 10 giugno svolgeranno un congresso unitario per iniziare, stando a quanto dichiarato, il percorso verso la fusione in un partito unico.

L'accusa anonima di Azione: "La pazienza verso i tatticismi di Renzi è finita"

La fonte in questione ha detto ad Ansa: "L'unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l'impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali". Un commento anonimo molto critico nei confronti degli "inaccettabili tatticismi durati mesi da parte di Renzi sul partito unico".

In particolare, l'accusa è che Renzi abbia preso la guida del partito (a fine dicembre 2022 ha sostituito Ettore Rosato e Teresa Bellanova, diventando unico presidente di Italia viva) per "controllarne direttamente i soldi e la struttura". Così, "nel comitato politico della federazione del Terzo Polo oggi non siede nessun rappresentante di Iv in grado di prendere impegni".

Anche lo stesso Calenda, secondo quanto riportato dalla fonte anonima, "ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori". Così, dopo mesi di "assenze dalle attività del Terzo polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista", apparentemente "la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere".

Proprio Carlo Calenda, su Twitter, è intervenuto per chiudere la polemica: "Per quanto concerne Azione, la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al Paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte".

La risposta di Italia viva: "Facciamo il congresso invece di mandare veline?"

"Non c'è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime". Lo hanno affermato in una nota Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, portavoce nazionali di Italia Viva. "Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C'e' qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi", hanno aggiunto. "Quanto a Renzi: gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?".

Il dibattito si è poi spostato tra gli esponenti dei due partiti. Teresa Bellanova, dirigente di Italia viva, ha scritto: "Facciamo il congresso e in quella sede discutiamo di tutto. Nei partiti democratici si fa così. Chi ha paura della democrazia?". Luciano Nobili, consigliere regionale nel Lazio e a sua volta dirigente nel partito di Renzi, ha affermato: "Il problema non è se si scioglie Italia Viva, l'impressione è che si stia sciogliendo Azione per le proprie divisioni interne. Meno male che arriva il 10 giugno e parte il congresso".

Davide Faraone, deputato in area Italia viva, ha scritto in una nota: "Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico".

Intervenendo su Sky Start poche ore prima che circolasse l'accusa anonima a Renzi, il capogruppo del Terzo polo alla Camera Matteo Richetti, noto esponente di Azione, ha affermato: "Che Matteo Renzi faccia il direttore del Riformista è una notizia per i lettori del Riformista, non per gli elettori del Terzo Polo". Ha poi continuato: "Uno deve decidere se nella vita fa politica o informazione. Quando telefona Renzi mi parla del partito o mi intervista per il Riformista? Il Terzo Polo è forte se è un progetto chiaro per tutti: per Azione, Italia Viva, i liberali, i cattolici, i repubblicani. Noi stiamo facendo questa cosa e sono fiducioso".

Gli ha risposto Ivan Scalfarotto, senatore di Italia viva, su Twitter: "Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico".

La polemica è nata proprio nel giorno in cui Italia viva, sui suoi profili social, ha lanciato una campagna di iscrizioni al partito. Un'ora prima che l'intervista di Ansa venisse diffusa, infatti, il partito di Matteo Renzi ha annunciato un evento di mobilitazione per il tesseramento, che si terrà il 15 e il 16 aprile.

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