“Basta donne in politica”, “zocc**a”, “vai a lavare i piatti”: insulti sessisti alla presidente umbra Proietti

"Sono solo una parte dei commenti, meme, fotomontaggi e insulti sessisti che negli ultimi giorni mi sono piovuti addosso". Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria eletta lo scorso novembre, ha raccontato sui social degli attacchi che ha ricevuto, spesso a sfondo sessista, e ha condiviso numerosi esempi. Un'immagine che la vede con il naso lungo di pinocchio, un'altra in cui è seduta su un sacco di soldi, un fotomontaggio per far sembrare che mostri il dito medio. E poi moltissimi commenti, non solo di critica ma anche di attacco sessista: "Odio, volgarità, aggressività gratuita.Tutto questo non riguarda me. Io, per fortuna, ho le spalle larghe.Ma riguarda le tante giovani donne che stanno pensando, oggi, di impegnarsi in politica. Riguarda le nostre figlie e i nostri figli", ha scritto Proietti.
"Se questo è il prezzo che una donna deve pagare per il solo fatto di esporsi, di metterci la faccia, di avere idee, allora abbiamo un problema", ha aggiunto. "Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato contro colleghi uomini. Perché accade ora?".
C'è chi l'ha chiamata "viscida", "schifosa", chi ha attaccato: "Se nascevi in India eri sacra", o chi ha parlato dei "frati che ti hanno votato, con quella faccia da z…..a chissà cosa gli hai promesso". Proietti, classe 1975, è stata sindaca di Assisi prima di candidarsi alla presidenza della Regione. È un'ingegnera meccanica energetica e una docente universitaria.
Sui social qualcuno l'ha chiamata "boccuccia di rosa", in riferimento alla canzone di Fabrizio De André che parla di una prostituta. Non sono mancati attacchi pieni di stereotipi, come: "Questa se era per me stava a casa a lavare i piatti", o "la rossettata, basta con ste donne in politica". E altri commenti sul suo aspetto: "Oggi ha la scollatura…ha tolto il collarino da suora", o "brava per lo smalto?".
Chi l'ha definita una "donnetta volgare" sotto un evidente fotomontaggio che la mostrava esibire il dito medio. E chi ha invitato alla violenza: "La squadra con i forconi per buttarvi fuori", "Quando le istituzioni non fanno ciò che vuole il popolo vanno mandati via anche con mazze e pietre. Non possiamo più stare a guardare!".
Proietti ha invitato a "riflettere. Tante cose in questa società non sono riparabili. Ma il linguaggio sì. A partire dalla politica. Abbassiamo i toni. Ricominciamo a dare un valore alle parole. Perché è dal linguaggio che inizia la violenza. È dalle parole che si autorizza la cultura dell’odio, la discriminazione, l’aggressione. E il passo dalle parole ai gesti – anche i più estremi, come i femminicidi – è breve. Terribilmente breve".
È per questo, ha concluso, che "dobbiamo fare muro. Tutte e tutti insieme. Per dire che no, non è normale. Non deve essere tollerato. Che una donna non può, non deve, essere insultata o derisa solo perché fa politica, solo perché è libera, solo perché è donna. Io non mi fermo. E continuo a metterci la faccia. Anche per chi, oggi, ha paura di farlo".