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Bare insepolte a Palermo, il governo stanzia due milioni di euro: “È un’emergenza nazionale”

Il governo ha deciso di stanziare due milioni di euro e nominare un commissario straordinario per intervenire al cimitero di Palermo, dove da anni le bare vengono accatastate senza sepoltura.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Le oltre mille bare rimaste insepolte da due anni nel cimitero di Palermo costituiscono ormai una emergenza nazionale”. A dirlo è il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, che ha così annunciato lo stanziamento di due milioni di euro per mettere fine alla vicenda venuta a galla durante l’emergenza Covid quando a causa dell’elevato numero di decessi non è stato possibile dare una degna sepoltura alle vittime della pandemia, all’interno del cimitero dei Rotoli di Palermo.

Nonostante le tante denunce però la situazione emergenziale non è rientrata, ma un numero sempre maggiore di bare è stato accatastato all’esterno del cimitero dove un anno fa è intervenuto anche l’esercito. Ad oggi sarebbero dunque più di mille le bare che sono state posizionate praticamente ovunque: sotto i tendoni allestiti lungo i viali principali. Ma anche negli uffici, nei depositi, all’interno di una cappella, alcune sono state infine per mesi sotto il sole cocente d’estate coperte solo da una sottile tettoia di lamiera.

Per questo motivo è stata ora dichiarata l’emergenza nazionale e nelle prossime settimane verrà nominato un commissario straordinario che la gestisca: si tratta del sindaco del capoluogo siciliano, Roberto Lagalla. "Lo Stato – ha spiegato Musumeci – raccoglie la richiesta di aiuto avanzata ed interviene con la Protezione Civile. Commissario sarà nominato lo stesso sindaco, che avrà risorse, mezzi e strumenti per normalizzare la gravissima situazione igienico-sanitaria”.

"Abbiamo predisposto una norma, all'esame della commissione Bilancio – ha poi aggiunto – che prevede deroghe di varia natura e una copertura finanziaria fino a due milioni di euro".

Sulle bare insepolte negli ultimi due anni sono state depositate anche numerose interrogazioni parlamentari e lo scorso 2 novembre era intervenuto anche l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che in questi anni ha sempre chiesto a gran voce un intervento immediato da parte delle istituzioni: “Noi dobbiamo custodire i corpi. A cominciare da questo luogo, da questo cimitero – le sue parole durante l'omelia – non possiamo continuare ancora a vedere i corpi dei nostri cari profanati. Occorre individuare le responsabilità di questo scempio. Giustizia e rispetto dei nostri morti, chiedono che venga allo scoperto l'origine di questa profanazione. Occorre agire tempestivamente sulle cause".

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