Dpcm 13 ottobre, bar e ristoranti chiusi alle 24 e divieto di consumare in piedi dopo le 21
L’ultimo dpcm, firmato nella notte del 13 ottobre dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, cambia le regole anche per bar, ristoranti, pub, pasticcerie e gelaterie. Non solo per ciò che accade al loro interno, con l’anticipazione degli orari di chiusura, ma anche per quanto avviene all’esterno dei locali. Ristoranti e bar chiuderanno alle 24 e potranno restare aperti fino a quell'ora solamente in caso di servizio al tavolo. Altrimenti la chiusura si anticipa alle 21 per le attività che non prevedono il servizio al tavolo. Niente consumazioni al bancone, quindi, ma solo ai tavolini. Così come all’esterno non si potrà bere o mangiare in piedi davanti ai locali. Una disposizione che ha l’obiettivo di evitare assembramenti. Resta la possibilità della consegna a domicilio e dell’asporto, con la consumazione che non deve però avvenire nelle adiacenze del locale. Queste misure, secondo quanto prevede il dpcm, entreranno in vigore il 14 ottobre e saranno valide fino al 13 novembre.
Bar e ristoranti: dopo le 21 no consumazioni in piedi
L’ultimo dpcm prevede che “le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite sino alle ore 24 con consumo al tavolo e sino alle ore 21 in assenza di consumo al tavolo”. Resta consentita sempre “la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21 e fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Non si potrà, quindi, consumare cibo o bevande sul posto o nelle vicinanze dopo le ore 21 in piedi, ma solamente se seduti ai tavolini. I locali resteranno aperti nel caso in cui rispettino i protocolli e le linee guida già previsti per l’emergenza Coronavirus.
Le attività delle mense e la ristorazione negli aeroporti
Restano consentite “le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente”. Allo stesso modo restano “comunque aperti gli esercizi di somministrazioni di alimenti e bevande siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro”.
Lo stop alle feste private e i limiti alle cerimonie
Per quanto riguarda i locali ci sono anche altre limitazioni che li riguardano più o meno da vicino. Il dpcm prevede, infatti, lo stop alle feste private. Che non riguarda le abitazioni (dove viene comunque raccomandato di non organizzare cene o eventi con più di 6 persone) ma i locali pubblici. Altra limitazione è quella per le cerimonie, come matrimoni e battesimi. In questo caso viene imposto un limite massimo di partecipanti fissato a 30. Resta in vigore, inoltre, il divieto delle attività come sale da ballo e discoteche.