Bankitalia, Panetta: “Debito è una zavorra, dobbiamo liberarcene per tornare a crescere”
Fabio Panetta, il governatore della Banca d'Italia, ha tenuto per la prima volta nel suo mandato il tradizionale discorso sulle Considerazioni Finali, definendo un'agenda chiara che punta sul rilancio della crescita e la riduzione del debito, definito come una "zavorra" per il Paese. "Non siamo condannati alla stagnazione. La ripresa registrata dopo la crisi pandemica è stata superiore alle previsioni e a quella delle altre grandi economie dell'area", ha sottolineato, ribadendo che "oggi un'inversione di tendenza è possibile".
Nonostante questo, "non dobbiamo farci illusioni" ha detto il governatore di Bankitalia, perché "la nostra economia soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione". Tra questi ci sono in primis l'elevato debito pubblico e il ritardo economico del Mezzogiorno, "questioni ineludibili per la politica economica". In particolare, il debito pubblico è "una tale zavorra che ci costringe ogni anno a impegnare considerevoli risorse pubbliche per pagare interessi, sottraendole all'innovazione e allo sviluppo". Come fare, allora? "Potremo liberarci del fardello del debito soltanto coniugando prudenza fiscale e crescita", dice Panetta.
Ora serve quindi "un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, e nel contempo realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici". In questo senso sarà importante usare al meglio i fondi del Pnrr e farlo in tempi contenuti: un compito "arduo", ma che è "cruciale per risollevare la crescita potenziale dell'economia". Panetta ha anche aggiunto: "La piena attuazione degli investimenti e delle riforme previste dal Pnrr, oltre a innalzare il prodotto di oltre di 2 punti percentuali nel breve termine, avrebbe effetti duraturi sulla crescita dovuti a incrementi di produttività stimabili tra 3 e 6 punti percentuali in un decennio".
Un ruolo decisivo lo giocherà chiaramente "il capitale umano". Il governatore di Bankitalia ha sottolineato: "Il ritardo rispetto a molti paesi avanzati nelle competenze lavorative di giovani e adulti si riflette in un'occupazione sbilanciata verso le professioni meno qualificate. Competenze e conoscenze, da nutrire e rivitalizzare lungo tutto l'arco della vita, sono il cardine non solo del progresso economico, ma anche e soprattutto di quello civile". Non solo i giovani, anche i cittadini immigrati: un sostegno all'occupazione deriva infatti "da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall'Istat", che occorrerà "gestire insieme agli altri Paesi europei", "rafforzando le misure di integrazione".
Insomma "l'agenda è chiara e può essere realizzata", ha proseguito Panetta, "per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l'Europa contare nel mondo". E ancora: "L'avanzamento dell'integrazione europea è la risposta ai mutati equilibri geopolitici e al rischio di irrilevanza cui i singoli Stati membri sarebbero altrimenti condannati dalla cruda aritmetica dei numeri".
Panetta ha concluso parlando dell'inflazione e sottolineando che la diminuzione è finora in linea con le aspettative e che quindi "se i dati risulteranno coerenti con le attuali previsioni, e finora lo sono, si profila un allentamento delle condizioni monetarie" della Bce. In altre parole, i tassi di interesse potrebbero cominciare a scendere.