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Banca Popolare Bari, governo risarcirà azionisti truffati. Villarosa: “Possibile fondo di ristoro”

70mila azionisti della Popolare di Bari rischiano di perdere tutti i soldi investiti della banca, con i titoli ridotti ormai a carta straccia dopo il dissesto economico dell’istituto pugliese e il commissariamento da parte di Bankitalia. Il governo si dice pronto a intervenire per risarcire i piccoli azionisti vittime di possibili truffe nella vendita dei prodotti finanziari. A Fanpage, il sottosegretario all’Economia Villarosa spiega come.
A cura di Marco Billeci
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Una qualche forma di partecipazione nella nuova banca che dovrebbe nascere dalle ceneri della Banca Popolare di Bari. E, in seconda battuta, un fondo pubblico di ristoro che permetta di recuperare almeno in parte i soldi perduti con l’investimento nell’istituto pugliese.

Sono queste le soluzioni immaginate dal governo per risarcire i truffati dalla Banca Popolare di Bari, secondo quanto anticipato ai microfoni di Fanpage dal sottosegretario M5S all’Economia Alessio Villarosa. Parliamo di quella parte dei 70mila azionisti della banca che sarebbero stati oggetto negli anni di cosiddetto “misselling”, cioè la vendita di azioni dell’istituto in modo irregolare, senza un’adeguata informazione o con mezzi volti a mascherare il reale rischio connesso ai prodotti acquistati.

Secondo le relazioni degli ispettori Consob, solo 300 clienti della Popolare avevano associato un profilo d’investimento a basso rischio, benché oltre 26mila avessero dichiarato espressamente di volere prioritariamente proteggere il loro capitale. Si tratta di piccoli commercianti, agricoltori, casalinghe che spesso hanno investito i risparmi di una vita in Bpb senza avere esatta consapevolezza di quello che stavano comprando. Il valore delle azioni della banca è crollato dai circa 9 euro e mezzo fissato nel 2014 ai poco più di due euro di inizio dicembre, quando le contrattazioni sono state sospese, mentre emergeva la gravità della situazione finanziaria in cui versava l’istituto.

Oggi, di fatto, le azioni della Bpb non hanno mercato e il loro valore è teoricamente pari quasi a zero. Un dato che potrebbe essere ufficializzato con la trasformazione della banca in Spa e il conseguente aumento di capitale che secondo il piano del governo per salvare l’istituto dovrebbe permettere l’ingresso nell’azionariato del Mediocredito Centrale.

Di fronte a questa situazione, l’esecutivo potrebbe intervenire in due modi. Da un lato potrebbe offrire agli azionisti della ex Popolare l’opportunità di puntare sul rilancio della banca, offrendo loro una qualche forma di partecipazione nella futura “banca pubblica degli investimenti” che dovrebbe nascere al termine del percorso di risanamento. Su un'opzione di questo tipo si aspettano maggiori dettagli nelle prossime settimane.

D’altro lato, come confermato da Villarosa, si sta pensando a un fondo di ristoro per restituire ai risparmiatori oggetto di una truffa dimostrata almeno una parte dei soldi investiti. È il modello adottato per gli azionisti delle banche venete, che hanno diritto a un risarcimento del 30 percento del capitale impiegato, nel limite di 100mila euro. È prematuro parlare di numeri, ma dal Mef si ipotizza un intervento per gli azionisti di Bari per una cifra attorno ai 120 milioni di euro totali.

Intanto, però, un altro fronte sul tema bancario è aperto dal senatore M5S Gianluigi Paragone, ormai in aperta polemica con i suoi compagni di Movimento. “La legge per escludere i pregiudicati dai Cda delle banche aspetta solo i decreti attuativi – ha detto in un’intervista Paragone -, nel Mef ci sono viceministri e sottosegretari grillini, che fanno?”. Ribatte il sottosegretario Villarosa, anche lui esponente dei 5 Stelle: “Noi facciamo il nostro lavoro, lui non ha fatto niente. Se ha tutti questi problemi con il Movimento, si dimetta"

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