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Banca Etruria, Carrai: “Mandai la mail a Ghizzoni per conto di un cliente, Renzi non sapeva niente”

In un’intervista concessa al Corriere della Sera, Marco Carrai spiega le ragioni della mail di sollecito inviata a Federico Ghizzoni: “Il mio cliente, che stava lavorando sul dossier della Federico del Vecchio, era interessato a sapere se Unicredit chiudesse o meno su Etruria. Il suo legittimo interesse era sapere chi fosse il futuro proprietario della banca. Domandare è lecito”.
A cura di Charlotte Matteini
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A pochi giorni dalla polemica sorta in seguito alle dichiarazioni dell'ex ad di Unicredit in sede di commissione d'inchiesta sul sistema bancario, Marco Carrai – l'imprenditore fiorentino da sempre molto amico di Matteo Renzi, in un'intervista concessa al Corriere della Sera spiega le ragioni della famigerata email inviata a Federico Ghizzoni per sollecitare una risposta in merito all'acquisizione di Banca Etruria e sottolinea che il segretario del Pd non fosse a conoscenza della comunicazione: "Sono avvilito da questo clima politico così modesto e raccapricciante, mediaticamente e politicamente molto violento. Sono stato scaraventato in mezzo a questo agone deviato e deviante. Il mio indirizzo mail privato è stato pubblicato da giornali e TV (ognuno avrà le sue conseguenze giuridiche), poi ho subito tentativi di hackeraggio della stessa. Il gruppo Italian Hackers Embassy lo ha diffuso su Facebook augurando di ‘farne buon uso'. Ricevo insulti costantemente", racconta Carrai.

Visto il suo legame con Renzi, crede fosse opportuno che lei, in veste di consulente di una banca terza, si occupasse del dossier per l’acquisto di Etruria?
«Non è né opportuno, né inopportuno. È indipendente. È il mio lavoro. Io non sono un politico, non appartengo a nessun partito e non mi cibo di questi banchetti mediatici. Se in quella banca c’era il padre della Boschi a me non interessava e tuttora interessa niente. Io, ora come all’epoca, ero ambasciator privato. Tanto che, infatti, Renzi non sapeva nulla. Poi non ho mai detto che fossi consulente di una banca terza, bensì ho parlato di un mio cliente. Non mi occupavo di Etruria, ma della Banca Federico del Vecchio, controllata da Etruria. Il mio cliente, che stava lavorando sul dossier della Federico del Vecchio, era interessato a sapere se Unicredit chiudesse o meno su Etruria. Il suo legittimo interesse era sapere chi fosse il futuro proprietario della banca. Domandare è lecito. Ghizzoni, che stimo molto, come lui stesso ha detto mi conosce per questo, per essere un consulente privato e non come interlocutore del governo».

Quando nella mail precisa «nel rispetto dei ruoli» a cosa si riferisce di preciso?
«Significa quello che ho scritto; nel rispetto delle scelte indipendenti ed autonome di una banca».

Sollecitare qualcuno non ritiene sia una pressione?
«Ho visto che si sono sbizzarriti sul significato etimologico dei termini. Un paese di glottologi. La chiami come vuole. Ho gentilmente sollecitato i tempi della risposta, non la sostanza della risposta: il tempo del business economico non è un tempo di ruminatio. Per questo ho voluto portar rispetto premettendo “nel rispetto dei ruoli”. Nel rispetto delle scelte individuali di una banca. E poi è impossibile che una banca come Unicredit si lasci “imprimere” da me o da chicchessia. Mi sembra che lo abbia ben chiarito anche Ghizzoni nella sua audizione».

Con Matteo Renzi ha mai parlato di Etruria?
«No».

L’allora premier era al corrente che lei stava facendo da consulente per questo delicato dossier?
«Come ha detto anche lui: no. Perché delicato? A me se in quella banca ha lavorato il padre della Boschi, con tutto il rispetto per entrambi, non interessa e non interessava nulla. Delicato per me forse, perché io devo mantenere il doveroso silenzio professionale per i miei clienti. Mi fa specie infatti che un autorevole giornalista abbia scritto che avrei dovuto parlarne al presidente del Consiglio. Se lo avessi fatto, oggi si direbbe che il sottoscritto si era fatto autorizzare da Renzi per l’acquisto della Banca Del Vecchio».

Lei siede nel cda della Fondazione Open, cassaforte dell’attività politica di Renzi: vi sono mai arrivati finanziamenti da Banca Etruria?
«No».

Lo afferma con certezza?
«Glielo ripeto. Da Banca Etruria non sono mai arrivati finanziamenti».

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