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Balneari e direttiva Bolkestein, l’idea di FI per evitare le gare: cos’è il partenariato pubblico-privato

Per sciogliere il nodo delle concessioni balneari, che secondo l’Europa (e secondo diverse sentenze del Consiglio di Stato) andrebbero messe a gara dal 2025, Mazzetti (FI) propone una soluzione: il partenariato pubblico-privato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la bacchettata arrivata al governo dall'Antitrust sulle concessioni demaniali marittime – secondo l'Autorità le concessioni balneari sono illegittime e le aeree demaniali vanno messe a gara subito – dalla maggioranza arriva una proposta per sciogliere il nodo della mancata applicazione sulla direttiva Bolkestein sulla concorrenza, per la quale l'Italia è sotto procedura d'infrazione da parte di Bruxelles.

Il governo, al ritorno dopo le ferie estive, dovrà occuparsi della questione: per il 2024 infatti c'è stato un ulteriore rinnovo delle concessioni attuali, ma dal 2025 dovrebbero scattare le gare, aperte agli operatori europei. Palazzo Chigi pensa a una soluzione ‘ponte' con una nuova mini proroga, attraverso una interlocuzione con l'Ue. L'intervento potrebbe essere inserito in un decreto ad hoc ‘salva infrazioni', sul modello di quello già approvato lo scorso anno.

Erica Mazzetti (Forza Italia) propone invece un'altra via, il partenariato pubblico-privato: il piano sarebbe quello di vincolare i titolari delle concessioni, altrimenti chiamati a gare pubbliche, a rispettare l'impegno di realizzare opere d'interesse per la comunità, per esempio quelle per la tutela e sostenibilità ambientale.

"Sostituire il regime concessorio con la formula del partenariato pubblico-privato, introdotta nel nuovo codice degli appalti e già molto apprezzata dagli operatori, purché ci sia, nei titolari di concessioni, altrimenti chiamati a gare pubbliche, la volontà e l'impegno a realizzare opere d'interesse per la comunità, tra le quali quelle per la tutela e sostenibilità ambientale". Questo il contenuto di un emendamento alla risoluzione sul codice appalti, nello specifico all'art.174 sul partenariato pubblico-privato finalizzato al demanio, che presenterà Mazzetti, responsabile dipartimento lavori pubblici di Forza Italia e presidente Intergruppo parlamentare "Progetto Italia", già relatrice del nuovo codice e promotrice della risoluzione in discussione in commissione. Questa soluzione sembra permettere di "superare i problemi emersi circa l'applicazione della Direttiva Bolkestein" alle concessioni demaniali, in quanto "la stessa non si deve applicare a servizi non economici di interesse generale".

"A norma di legge – spiega Mazzetti – si può fare e sono convinta che sia la soluzione politica migliore per conciliare le esigenze di tutti, senza più andare al muro contro muro, affrontando il passaggio con una visione liberale e garantista dando un'alternativa". Allo stesso modo, questa opzione "vincola i titolari di una concessione pubblica a fare necessariamente degli investimenti per la collettività, con impegni reali da stabilire in fase contrattuale".

Tra gli interventi consentiti ci sono quelli "di mitigazione dell'erosione costiera, di protezione della biodiversità e, vista la necessità di acqua, quelli per l'installazione di impianti di dissalazione e, in generale, qualsiasi opera o infrastruttura per la sostenibilità ambientale – in un quadro di sviluppo sostenibile come indicato dalla stessa Ue – così da diventare patrimonio della collettività, in cambio della disponibilità della concessione. È importante perché si dice di voler tutelare l'ambiente ma ci vogliono le risorse: questo è un modo".

"Il partenariato pubblico-privato – ricorda Mazzetti – porta con sé una visione moderna dei rapporti tra imprese e Stato e ha il vantaggio di essere già disciplinato. Non è ancora sfruttato al massimo e serve un cambio culturale: gli investitori possono impegnare le risorse, avere un equo guadagno, la collettività avere dei benefici in termini di gestione di un patrimonio comune". 

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