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Ballottaggi, il Terzo Polo si rifugia nella “libertà di voto”

Nessuna indicazione ai propri elettori da parte del Terzo Polo per i ballottaggi nelle principali città italiane: “Coalizioni estremiste, non ci schieriamo”.
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Casini-Terzo-Polo

"Nè da una parte nè dall'altra": ecco nella sintesi asciutta e probabilmente insufficiente di Rocco Buttiglione il risultato del summit del Terzo Polo in merito al comportamento da tenere nell'imminente turno di ballottaggio che riguarderà alcune città italiane. L'annuncio ufficiale del resto era arrivato solo pochi minuti prima in una conferenza stampa congiunta di Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli e Gianfranco Fini, con il Presidente della Camera che si era premurato di sottolineare: "Il Terzo Polo ha mosso i suoi primi passi in queste elezioni amministrative, si sta organizzando nel Parlamento e nel Paese: chi pensa di provocare divisioni in vista dei ballottaggi e dei futuri mesi di attività politico parlamentare che si annunciano intensi, cambi i suoi piani".

Insomma, libertà di voto e nessuna indicazione esplicita di apparentamento: una decisione vincolante per i tre partiti che venerdì prossimo verrà ratificata anche dall'Assemblea Nazionale di Futuro e Libertà. Si tratta di una decisione attesa alla vigilia, nonostante qualche distinguo interno autorizzasse a pensare differenti determinazioni, in particolar modo per quel che riguarda il cruciale appuntamento del ballottaggio di Milano. Una scelta motivata in maniera esplicita da Italo Bocchino, secondo il quale: "Di fronte a due coalizioni che sono estremiste noi abbiamo scelto non per la libertà di voto, ma di non sostenere nessuno dei due candidati, che è cosa diversa". Una volontà che in ogni caso finirà con l'incidere in maniera determinante sull'esito dei ballottaggi, dal momento che i voti raccolti dai centristi al primo turno potrebbero "ribaltare" vantaggi consolidati e costituire un fattore determinante per l'elezione dei Sindaci nelle grandi città in particolare. La decisione pilatesca del gruppo dirigente centrista dunque, lascia aperte diverse possibilità ed in tal senso un ruolo decisivo sarà giocato proprio dalla capacità dei candidati di "parlare agli elettori" che al primo turno hanno scelto i vari Pasquino, Palmeri eccetera.

Una prospettiva che sembra plausibile in particolare per quanto riguarda la città di Milano, con l'appoggio dei moderati che avrebbe rappresentato (più che un determinante vantaggio in termini diretti) un segnale rassicurante per parte dell'elettorato tradizionale del centrodestra. Diverso invece il caso napoletano (dove pure il professor Pasquino ha ottenuto un risultato rilevante), dal momento che il duello De Magistris – Lettieri sembra davvero uno scontro fra "due opposte visioni del mondo e della politica", con una radicalizzazione del consenso che rappresenta la verà novità di questa tornata elettorale.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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