Autovelox, quando arrivano le nuove regole dopo il censimento dei dispositivi chiesto da Salvini

Matteo Salvini, ha scritto al Presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Gaetano Manfredi, per sollecitare un'accelerazione sul censimento dei dispostivi di rilevazione della velocità attualmente in uso presso i Comuni italiani. Un mese fa infatti, il ministro dei Trasporti aveva spiegato di aver bloccato il decreto sugli autovelox proprio in attesa di una ricognizione di tutti gli apparecchi.
Le nuove norme dovrebbero finalmente chiarire il caos generato dalla sentenza della Cassazione che aveva stabilito l'illegittimità delle multe per eccesso di velocità, rilevato dagli autovelox solamente "approvati", ma non "omologati". La distinzione tra dispositivi omologati e approvati aveva dato il via ai ricorsi da parte degli automobilisti e al sequestro degli apparecchi non in regola.
Per questo motivo il provvedimento sugli autovelox è particolarmente atteso. Salvini oggi è tornato a insistere sull'importanza di una ricognizione "per fare chiarezza sullo stato attuale degli autovelox sul territorio nazionale" e "ha espresso la propria gratitudine qualora l'Anci potesse confermare le azioni avviate e fornire una stima dei tempi necessari per la raccolta delle informazioni essenziali a questo censimento", si legge nella nota diffusa dal Mit.
"Alla luce delle recenti sentenze della Corte di Cassazione sui requisiti di approvazione ed omologazione”, ha scritto il ministro, "l'accertamento del numero dei dispositivi effettivamente utilizzati e del relativo regime di approvazione rappresenta una condizione necessaria e un presupposto indefettibile per poter riavviare il procedimento relativo all'adozione del decreto interministeriale sulle regole di omologazione dei medesimi". Salvini ha sottolineato solo un'effettiva ricognizione permetterà di definire la "portata del decreto attuativo sui requisiti di omologazione".
Cosa ha risposto l'Anci
Dal canto suo, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, presieduta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ha fatto sapere di aver già soddisfatto la richiesta. L'Anci "ha già provveduto alla ricognizione circa i dispositivi e i relativi prototipi approvati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti pre-2017, al fine di avere a disposizione un campione di dati rappresentativi dei Comuni italiani distinguendo tra specificità territoriali e dispositivi fissi e mobili di controllo della velocità a distanza", ha risposto Manfredi.
Da una prima lettura dei dati "al netto di qualche caso in cui si presentano dei decreti integrativi o estensivi, emerge come per i dispositivi fissi circa il 59,4% dispongono di decreti di approvazione precedenti al 2017 e per un 40,6% successivi al 2017, mentre sui dispositivi mobili il dato mostra per un 67,2% decreti di approvazione precedenti al 2017 e un 32,8% successivi al 2017", ha spiegato. Sui dettagli tecnici "gli uffici rimangono a disposizione per ogni eventuale approfondimento e confronto", con il ministero. L'auspicio dell'Anci è "che si possa arrivare quanto prima alla definizione del quadro normativo di riferimento per dare risposta agli operatori di polizia stradale e agli utenti, tenuto conto delle esclusive finalità di sicurezza stradale", ha concluso Manfredi.
Insomma ora che l'ostacolo del censimento è stato superato, le norme dovrebbero arrivare a breve. La palla infatti, passa definitivamente al ministero guidato da Salvini, a cui non resta che provvedere a emanare il decreto e fare chiarezza una volta per tutte.