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Autovelox, cosa succede dopo che il governo ha bloccato il decreto che doveva regolamentarli

Lo stop al decreto che avrebbe dovuto regolamentare gli autovelox, deciso dal Mit, rischia di creare un vuoto normativo. Secondo Assoutenti, il caos generato dalla sospensione del provvedimento rischia di trasformarsi in una stangata estiva per gli automobilisti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo ieri ha deciso di stoppare lo schema di decreto che regolamenta l'uso degli autovelox e che era in fase di trasmissione a Bruxelles. Il dicastero di Porta Pia, in una nota, ha fatto sapere che la sospensione arriva su indicazione del vicepremier e ministro Matteo Salvini, "perché sono necessari ulteriori approfondimenti". Ma cosa succede adesso?

Per il momento Il Mit non ha fatto sapere se il decreto verrà modificato, riscritto o superato del tutto. Il rischio ora è che gli automobilisti vengano lasciati nel completo caos normativo. La pioggia di ricorsi non si ferma.

In teoria il decreto, ora bloccato, avrebbe dovuto fare ordine sugli autovelox, considerando "validi", dal prossimo luglio, tutti quelli dall'agosto del 2017 in poi. Secondo l'Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps), dovrebbero essere dodici in tutto i dispositivi interessati dal provvedimento.

In pratica sarebbe una sorta di sanatoria con lo scopo di mettere fine ai ricorsi degli automobilisti, nati da una distinzione tra apparecchi omologati o approvati. I contenziosi in particolare sono quelli partiti dall'ordinanza 10505/2024 della Corte di Cassazione, che ha stabilito che non sono valide le multe per eccesso di velocità, se l'apparecchio di rilevazione della velocità non è "omologato", ma solo "approvato". Ora quel decreto, già trasmesso a Bruxelles, è stato sospeso.

Cosa c'è nel decreto sugli autovelox sospeso da Salvini

Proprio venerdì scorso il Corriere della Sera aveva anticipato il contenuto del decreto, che sostanzialmente omologa tutti gli autovelox approvati dal 13 agosto 2017 in poi, in quanto già conformi alle nuove norme di taratura. Il testo del decreto è composto da sette articoli e da un lungo allegato tecnico contenente caratteristiche, requisiti e procedure di omologazione, taratura e verifica di funzionalità dei dispositivi e sistemi per l'accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità ai sensi dell'art.142 del Codice della Strada.

Gli apparecchi precedenti al 13 agosto 2017, dovrebbero essere invece disattivati oppure sottoposti a una procedura di conformità per poter funzionare. Dovrebbe essere necessario un iter di sei mesi: dall'entrata in vigore del decreto il titolare dovrà fornire una documentazione che attesti la conformità dell'autovelox. Se riceverà il via libera dal ministero, allora potrà essere riattivato. Sarebbero dunque state le aziende produttrici a scegliere se richiedere un'omologazione del modello o meno.

Il problema è che con il provvedimento del governo, ora sospeso, molti Comuni, si sarebbero trovati a disattivare gran parte della rete autovelox. Sul Corriere della Sera ha lanciato l'allarme Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e membro di Anci in Viabilità Italia: "Le disposizioni transitorie del decreto avrebbero spento automaticamente il 90 per cento degli apparati di controllo della velocità solo in Veneto, ma anche in molte altre regioni, perché approvati prima del decreto ministeriale 282/2017. Quali conseguenze avrebbe comportato? E quanti mesi sarebbero serviti al ministero per omologare tutti questi apparati, considerato che servono nuove prove?", ha detto, ponendo dubbi sulla sicurezza stradale.

Cosa succede adesso: il rischio è il caos normativo

In assenza di norme certe, ora gli automobilisti potrebbero ripiombare nel caos: le multe e i ricorsi saranno ancora valutati caso per caso. Dopo la decisione del Mit di sospendere lo schema di decreto che regolamenta l'uso degli autovelox, l'Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale (Asaps), dice che occorre subito "un nuovo provvedimento urgente e con una attenta analisi". Secondo Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, l'associazione "aveva già evidenziato come l'art.6 del decreto, nelle disposizioni transitorie, avrebbe comportato", in piena estate e con l'esodo degli italiani per le vacanze, "la disattivazione della stragrande maggioranza degli apparati di controllo velocità, compresi i Tutor 1.0 e 2.0 sulle autostrade, perché approvati prima dell'agosto 2017, data di entrata in vigore del decreto ministeriale 282, individuato come spartiacque per l'omologazione d'ufficio degli autovelox. La conseguenza sarebbe stata una sorta di ‘liberi tutti', considerato come troppo spesso l'alta velocità sia la causa principale degli scontri tra veicoli e delle fuoriuscite autonome".

Serve una attenta analisi sulle conseguenze di ogni riga di un decreto atteso da 33 anni e che deve mettere fine ad una ‘battaglia' sempre più aspra, dove a perdere è solo la sicurezza stradale".

Assoutenti: "Rischio nuova stangata per gli automobilisti in estate"

Il vuoto normativo che è stato generato dallo stop al decreto da parte del Mit rischia di trasformarsi in una stangata estiva per gli automobilisti. Assoutenti pertanto chiede di aprire un tavolo per fare chiarezza sulla questione. "Il decreto attuativo sarebbe dovuto entrare in vigore già a luglio, regolamentando un settore, quello degli autovelox, dove oggi regna il caos. – ha fatto notare l'associazione  – Il rischio concreto ora è una nuova valanga di multe elevate dagli autovelox nei mesi estivi: diversi studi condotti da Assoutenti registrano infatti una concentrazione abnorme di autovelox installati lungo le strade più utilizzate dagli automobilisti per gli spostamenti legati alle vacanze estive, apparecchi installati più per fare cassa sulla pelle dei cittadini che per garantire effettivamente la sicurezza stradale".

"Riteniamo urgente aprire un tavolo tra ministero, comuni e associazioni dei consumatori volto a fare chiarezza su un comparto, quello delle multe stradali, che genera ogni anno migliaia di contenziosi tra cittadini e amministrazioni con costi legali enormi per le casse pubbliche. Per questo proponiamo forme di conciliazione paritetica tra comuni e cittadini, con la partecipazione delle associazioni di consumatori, volte ad evitare la valanga di ricorsi cui si è assistito negli ultimi anni, con conseguente intasamento di procedimenti presso i giudici di pace".

Codacons: "Lo stop del Mit sugli autovelox aumenta la confusione"

La sospensione del decreto sugli autovelox "allunga l'agonia degli automobilisti e accresce ancora di più la confusione nel settore delle multe per violazione del Codice della strada", secondo il Codacons.

"Dopo anni di attesa e di sentenze controverse che hanno di fatto bocciato gli autovelox approvati ma non omologati, si assiste ad un nuovo rinvio nella risoluzione di una questione che ha portato ad una raffica di ricorsi da parte degli automobilisti e generato grande confusione sulla certezza delle multe stradali. L'eccesso di velocità continua ad essere una delle prime cause di morti, feriti e incidenti sulle nostre strade, e a maggior ragione il decreto del ministero era fondamentale per mettere fine alle carenze normative che portano i Comuni ad usare apparecchi fuorilegge e i giudici di pace e i prefetti ad annullare le multe", sottolinea l'associazione di consumatori. La conseguenza della sospensione, avverte quindi il Codacons, "sarà che gli enti locali continueranno ad usare apparecchi non omologati e gli automobilisti multati ad impugnare le sanzioni elevate dagli autovelox".

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