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Autostrade, Avvocatura Stato contraria a revoca concessione: rischio risarcimento da 23 mld

In una lettera inviata dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, viene riportato il parere dell’Avvocatura dello Stato sulla revoca delle concessioni ad Autostrade. E il consiglio sembra essere quello di rinunciare alla revoca per pensare a soluzioni diverse, anche per evitare il rischio concreto di un rimborso da 23 miliardi alla società Aspi.
A cura di Stefano Rizzuti
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La strada per la revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia si fa sempre più irta di ostacoli. A confermarlo è il parere dell’Avvocatura dello Stato, risalente al 29 febbraio, inserito in una lettera inviata dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La lettera è del 13 marzo ma è stata resa nota solamente oggi. Il rischio paventato dall’Avvocatura è che lo Stato, in caso di revoca, debba rimborsare ad Aspi ben 23 miliardi di euro. Il parere sarà al tavolo del Consiglio dei ministri previsto questa sera. La lettera di De Micheli invitava Conte a valutare anche l’ipotesi di una soluzione transattiva.

Il parere dell’Avvocatura dello Stato

Nel suo parere, riportato nella lettera, l’avvocatura evidenzia “come non si possa escludere che, in sede giudiziaria (nazionale o sovranazionale) possa essere riconosciuto il diritto di Aspi all’integrale risarcimento”. Ovvero 23 miliardi, appunto. Nel parere si riporta ancora: “L’adozione concreta di una simile misura rispetto alle alternative disponibili, ivi inclusa la soluzione negoziale con revisione concordate, presuppone una rigorosa ponderazione da parte di codesta amministrazione. Ciò sotto il duplice profilo delle possibili conseguenze economiche e dell’esistenza di un prevalente interesse pubblico alla cessazione del rapporto concessorio”.

Il rischio è che lo Stato debba pagare l’intero risarcimento: il timore è quello di “un’eventuale deliberazione negativa della conformità dell’articolo 35 del decreto legge Milleproroghe rispetto ai parametri normativi”. E, ricorda l’Avvocatura, “ogni eventuale intervento di codesta amministrazione dovrà, pertanto, tenere nella dovuta considerazione anche tale rischio”. Il governo, inoltre, viene invitato a una “rigorosa ponderazione”, anche per il rischio di “conseguenze economiche”. Si chiede al governo, quindi, di valutare se la revoca sia effettivamente la migliore scelta, considerando che poi si pone la questione dell’esercizio immediato. Ovvero, potrebbe non essere tutelato l’interesse pubblico perché sarà complicato trovare subito chi sostituisce il soggetto Aspi.

L’ipotesi commissario straordinario per Autostrade

Infine, De Micheli ricorda che serve un decreto interministeriale Mit-Mef per approvare la revoca della concessione. Ma l’iter è più complesso per quanto riguarda le altre operazioni, a partire dal decreto legge per la gestione della rete autostradale, che dovrebbe passare anche per un voto in Parlamento. L’ipotesi, in questo caso, è quella di un commissario straordinario per la gestione temporanea, in attesa di un nuovo bando per la nuova concessione. E l’ipotesi della concessione non sembra piacere a tutti nella maggioranza.

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