Autonomia, Musumeci ora dice che la richiesta del Veneto è “legittima”. Zaia: “Nessuna forzatura”
Da un lato il governatore del Veneto, Luca Zaia, che chiede subito maggiore autonomia sulle materie che non sono vincolate ai Lep. Dall'altro l'ex presidente siciliano, Nello Musumeci, oggi ministro nel governo Meloni, che parla di richiesta "assolutamente precoce". Oggi Zaia torna sull'argomento, sottolineando come il ddl Calderoli sia "una legge della Repubblica italiana promulgata dal Presidente della Repubblica il 26 giugno", per cui "ho fatto semplicemente quello che prevede la legge" senza "alcuna forzatura". Ospite di 24 Mattino su Radio 24, il governatore veneto ribadisce come "la legge dice che si può da subito attivare e chiedere l'apertura del tavolo per le prime nove materie", che è ciò che ha fatto la sua Regione.
Insomma, il punto è chiaro: se la legge prevede che per richiedere alcune materie sia prima necessario definire centralmente i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, ma che in altri ambiti questo non serva, la richiesta del Veneto è in linea con quanto stabilito dal decreto: "Io sono rispettoso dei tempi nazionali, il percorso lo dobbiamo fare assieme. Penso che l'Autonomia sia una grande opportunità, e mi rendo conto che è difficile far passare quei pochi concetti perché si fa molta demagogia e c'è anche tanta disinformazione. Io spero che l'accordo sull'Autonomia arrivi entro fine anno, quanto meno con tutto il lavoro preliminare", aggiunge Zaia.
Anche il ministro Musumeci torna sul punto. E spiega che la richiesta del Veneto "è legittima e pertinente", per poi aggiungere: "Io ho solo avanzato la proposta – e l'ho fatta perché sono al di sopra di ogni sospetto essendo siciliano e tra i parlamentari che hanno votato per Autonomia – che bisogna lavorare sull'individuazione dei Lep, che ci consente poi di guardare alla piena applicazione dell'Autonomia". Su RaiNews 24 il ministro ha aggiunto che "tra gli amministratori locali appartenenti al centrodestra c'è qualche perplessità perché non si conosce a pieno la norma e per ragioni di opportunità bisognerebbe lavorare intanto sui Lep".
Intanto cinque Regioni, quelle amministrate dal centrosinistra, sono al lavoro per richiedere ufficialmente il referendum abrogativo del ddl Calderoli. Dopo l'annuncio in mattinata dell'Emilia Romagna, anche le altre amministrazioni regionali hanno fatto sapere di essere pronte per procedere in tal senso, mentre prosegue la raccolta firme. Cinque è il numero necessario di consigli regionali, come stabilito dall'articolo 75 della Costituzione, per poter richiedere di indire il referendum.