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Autonomia differenziata, sul referendum pesa l’incognita quorum: cosa dicono i sondaggi

È iniziata la raccolta firme per il referendum contro l’Autonomia differenziata, ma sul voto pesa l’incognita quorum. Le analisi condotte da Ipsos e Noto Sondaggi lasciano aperti gli interrogativi sulla partecipazione minima richiesta perché il referendum sia valido. Vediamo che cos’è emerso.
A cura di Giulia Casula
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È partita la raccolta firme per il referendum contro l‘Autonomia differenziata, la riforma licenziata dal Parlamento e scritta dal ministro Roberto Calderoli. Oltre alla mobilitazione di Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, tutte regioni guidate dal centrosinistra, i principali leader dell'opposizione sono scesi in piazza per coinvolgere i cittadini in quella che ormai è diventata una battaglia comune per Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Italia Viva.

Ma mentre Giuseppe Conte, Elly Schlein e il duo Bonelli-Fratoianni si trovavano nelle principali piazze del paese per raccogliere le firme, alcuni si sono chiesti se il referendum sarà in grado di raggiungere la partecipazione minima necessaria per essere valido, ovvero il 50% più uno degli aventi diritto. Sia Ipsos che Noto Sondaggi hanno condotto delle rilevazioni, che lasciano aperti gli interrogativi sul quorum. Vediamo che cosa dicono i due sondaggi.

Secondo Ipsos solo il 33% degli aventi diritto andrà a votare

Le stime rsulla partecipazione al referendum contro l'Autonomia differenziata, realizzate da Ipsos per il Corriere della Sera, prevedono che solo un terzo degli elettori sarebbe intenzionato a recarsi alle urne. Nonostante il 58% degli intervistati vorrebbe vedere abrogata la riforma bandiera della Lega (contro il 42% dei favorevoli), stando a questi numeri la soglia richiesta per la validità del referendum sarebbe ancora lontana.

Solo il 33% infatti, sarebbe disposto a votare mentre il 26% si è dichiarato ancora incerto. A ciò si aggiunge la scarsa conoscenza che gli italiani hanno della riforma in questione. Tra i partecipanti solo il 16% ha detto di essersi adeguatamente informato, il 29% ha dichiarato di essere venuto a contatto con qualche notizia, mentre il 55% non sa di cosa si tratti. "È certamente troppo presto per dire qualcosa di solido sul voto referendario. Per ora possiamo affermare che l’attenzione sul tema non cresce", commentano dall'Istituto.

Partecipazione stimata al 55% per Noto: quorum possibile

Contrariamente ai risultati di Ipsos, secondo Noto Sondaggi la consultazione referendaria potrebbe raggiungere il quorum di validità. Per l'Istituto demoscopico il 55% degli aventi diritto al momento sarebbe disposto a votare per il referendum abrogativo, con una percentuale più alta tra i cittadini delle regioni del Sud (68%). "Se tale stima sarà rispettata – scrivono i sondaggisti –  il referendum ha buone probabilità che sia valido, anche con un discreto margine".

Un dato interessante riguarda inoltre, le intenzioni di voto degli elettori disposti a recarsi alle urne. Il 68% è vicino alle posizioni del Pd, il 95% simpatizza per Alleanza verdi sinistra. "Però – osservano dall'Istituto – è anche da notare che la propensione ad entrare in cabina elettorale coinvolge pure il 68% dei votanti Forza Italia  mentre tra i seguaci di FdI scende al 44% e tra i leghisti comunque arriva al 58%".

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