Autonomia differenziata, l’avvertimento di Bankitalia: “Difficile valutare impatto sui conti pubblici”
Bankitalia non nasconde i dubbi sull'autonomia differenziata. Il governatore Ignazio Visco, al suo ultimo mese di mandato, ha inviato una lettera a Sabino Cassese, il presidente del "comitato dei saggi" che si occupa di individuare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per la riforma. Dopo aver letto i documenti preparati dal Comitato, Visco ha ritenuto necessario fare delle annotazioni sul lavoro svolto finora, perché nei progetti i Lep "sono spesso generici e non riferibili a prestazioni specifiche", una formulazione "in modo essenzialmente astratto per cui è difficile valutarne la portata concreta". Traduzione: non è chiaro quale sarà l'impatto sui conti pubblici.
Oltre a sostenere che le prestazioni definite nei documenti sono "in buona parte riconducibili a mere dichiarazioni di principio", il governatore uscente di Banca d'Italia ha sottolineato come il Comitato agisca secondo "un'interpretazione (restrittiva) del mandato del CLEP volta a limitarlo a una ricognizione sistematizzata della legislazione vigente, senza entrare nella formulazione di possibili declinazioni operative delle disposizioni connesse con diritti civili e sociali". Infatti, secondo Visco il Clep dovrebbe occuparsi anche di valutare la portata finanziaria dell'autonomia differenziata e delinearne le modalità operative.
A preoccupare il governatore di Bankitalia sono anche i tempi stretti: "L'esigenza di un esame più approfondito, anche con un più esteso confronto con esperti dei vari settori, è stata manifestata in più occasioni, ma rischia di essere disattesa, considerate le scadenze temporali e le conseguenti limitazioni analitiche attribuite ai dei lavori del Comitato". Inoltre, ha evidenziato di come il lavoro svolto finora non valuti l'influenza della riforma sugli equilibri finanziari del Paese:
Mi pare essenziale che i rischi per li bilancio pubblico vengano valutati (incluso li possibile impatto sul governo della spesa nel suo complesso) e che le relazioni finanziarie tra Stato e Regioni e gli strumenti di finanziamento delle prestazioni vengano definiti in modo trasparente, efficiente e coerente. Ne discende in particolare la possibilità di garantire i corretti incentivi nella gestione delle risorse pubbliche da parte delle amministrazioni.
Nelle cinque pagine di obiezioni, il governatore ha affrontato nello specifico alcuni passaggi dei documenti del Comitato per i Lep. Il primo punto è sulla tutela dei lavoratori, dove si evidenzia che non sono presenti né i percorsi di aggiornamento o di inserimento al lavoro, né si fa riferimento alle modalità operative dei centri per l'impiego. Poi, i Lep legati all'istruzione sono definiti come astratti perché non presentano proposte per l'inclusione (ad esempio gli insegnanti di sostegno), per l'edilizia e le infrastrutture (palestre, connessione veloce…), e per i servizi agli studenti, come la mensa o il trasporto scolastico.
Si legge nella lettera che, per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, i documenti non prendono in considerazione l'introduzione di "specifiche figure professionali nell'organigramma di strutture ed enti", mentre sul tema alimentazione non è spiegato come assicurare i livelli idrici minimi in tutto il territorio. Infine, la tutela della salute: la mancanza di numeri per quanto riguarda la sanità territoriale – ad esempio quanti medici o posti letto in ospedale ci sono per ogni mille abitanti – rende difficile l'analisi dell'impatto concreto della riforma.
Come riportato dal Corriere del Veneto, per Andrea Giovanardi, membro del Clep, Visco "ha ragione quando dice che i Lep finora individuati sono spesso troppo generici. Bisogna far prevalere il carattere prevalentemente prestazionale e quindi il fatto che debbano essere per forza misurabili". Tuttavia, non condivide il collegamento tra la definizione dei Lep e l'autonomia differenziata, "come se la ‘leppizzazione' fosse una sorta di argine alle richieste delle regioni di acquisire ulteriori competenze. La loro determinazione, infatti, prescinde dall’ente che dovrà erogare il servizio: la regione dovrà rispettare nell’erogazione del servizio i Lep tanto quanto lo Stato".
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto indirettamente sul tema durante l'Assemblea nazionale delle Province d'Italia, ricordando che a tutti i cittadini – indipendentemente dal territorio dove vivono – devono essere garantiti pari diritti, libertà, servizi essenziali e opportunità.