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Autonomia differenziata delle Regioni

Autonomia differenziata, con i nuovi Lep necessarie più spese nelle Regioni con servizi carenti

L’Ufficio parlamentare di bilancio lancia l’allarme: con l’autonomia differenziata, e quindi la necessità di fissare i nuovi Lep, “richiederà un incremento di spesa nelle Regioni con livelli di fornitura più bassi” e dunque con servizi carenti.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Nell’autonomia differenziata (federalismo asimmetrico) l’eventuale fissazione di nuovi LEP per servizi su cui le norme attuali non garantiscono l’uniformità sul territorio (come accade, ad esempio, per il tempo pieno nelle scuole) richiederà un incremento di spesa nelle Regioni con livelli di fornitura più bassi" e dunque con servizi carenti, cosa che ovviamente impatterà sui conti pubblici.

L'allarme arriva da Giampaolo Arachi, membro del board dell'Ufficio parlamentare di bilancio, che ieri è stato sentito in audizione sui Livelli essenziali di prestazioni (LEP) relativa ai diritti civili e sociali in commissione parlamentare Affari regionali.

"Andrà in questo caso assicurata – ha sottolineato – la revisione delle compartecipazioni per garantire l’eventuale copertura dei maggiori fabbisogni e, al contempo, il concorso al finanziamento delle Regioni deficitarie".

Questo elemento, cioè l'aumento dei costi per lo Stato connessi ai Lep per le Regioni con livelli bassi in termini di fornitura di servizi, sarebbe in contrasto però con l'attuale clausola della "spesa pubblica invariata". E non è il solo problema. Per l'Upb inoltre "merita la potenziale esclusione dal perimetro di determinazione dei Lep della materia riguardante il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, che solleva una serie di criticità e potenziali incoerenze, anche in relazione alla garanzia dell'erogazione dei Lep".

Data "l’attuale e parziale frammentarietà della definizione dei Lep", la "stretta collaborazione tra strutture tecniche e organi politici risulta necessaria per la determinazione di Lep e fabbisogni, che non può essere disgiunta", ha spiegato ancora Giampaolo Arachi. "Per la realizzazione effettiva dei Lep – detto – sono essenziali la perequazione infrastrutturale, un efficace e attento monitoraggio e un sistema incisivo di correttivi sugli Enti inadempienti. All’interno di tali priorità, va inoltre rafforzato il coordinamento tra i livelli di governo che concorrono all’erogazione dei servizi, individuando le rispettive responsabilità, anche ai fini delle sanzioni". Arachi ha anche sottolineato la "necessità di riprendere e rilanciale il monitoraggio infrastrutturale, al fine di una corretta valutazione delle perequazioni e recuperare l’efficace uso dei fondi" oltre all’importanza di "avere indicatori affidabili per l’efficacia di intervento su realtà più carenti di servizi, che proprio per le loro arretratezze non raggiungono i criteri e gli obiettivi per accedere ai fondi".

La questione della spesa maggiore nelle Regioni carenti di servizi, come appunto quelle del Sud, è aggravata anche dal fatto che i Caf denunciano ora l'esistenza di 557mila famiglie, che hanno perso il Reddito ci cittadinanza, e che non rientrano neanche nel nuovo Reddito di inclusione. "Un'emergenza tale da provocare episodi di violenza nei Caf, tanto che in alcune sedi sono stati rivisti i turni per evitare di lasciare da soli i lavoratori di fronte agli utenti disperati", hanno detto i senatori del Pd in un'interrogazione urgente rivolta alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. In una situazione del genere avere l'autonomia differenziata, che accentua le disuguaglianze tra le Regioni  come lo stesso Upb ha sottolineato, non aiuta.

"Come già rilevato dall'Upb in precedenti audizioni, non si può escludere che l'autonomia differenziata evolva verso uno scenario fortemente frammentato, con un significativo numero di Regioni che acquisiscono funzioni differenti, che presentano un diverso peso finanziario e una diversa composizione fra spese relative ai Lep e spese per altre prestazioni", ha evidenziato ancora l'Upb.

"In questa prospettiva, una gestione delle compartecipazioni affidata esclusivamente a trattative bilaterali all'interno delle Commissioni paritetiche potrebbe non garantire l'uniformità delle valutazioni e un adeguato coordinamento con la programmazione di bilancio", ha aggiunto Arachi, indicando "l'esigenza di una sede istituzionale unica dove le valutazioni e le decisioni possano essere adottate in modo coordinato e con una valutazione complessiva".

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