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Auto elettriche, emissioni e stop ai motori termici: cosa prevede il nuovo piano Ue per l’automotive

L’Unione Europea apre a più flessibilità sui limiti di emissioni, incentivi per l’auto elettrica e nuove tecnologie come gli e-fuels, ma conferma lo stop ai motori termici dal 2035. Ecco il piano Ue per l’automotive tra transizione ecologica e crisi dell’industria.
A cura di Francesca Moriero
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L'Unione Europea ha presentato il nuovo piano per il settore automobilistico, un pacchetto di misure che punterebbe a conciliare due esigenze: ridurre le emissioni di CO2 per combattere il cambiamento climatico e, allo stesso tempo, sostenere un'industria che sta attraversando una crisi senza precedenti. La transizione verde imposta da Bruxelles negli ultimi anni ha messo infatti sotto pressione le case automobilistiche, chiamate a produrre sempre più auto elettriche in un momento in cui la domanda è debole e i costi di produzione restano alti. La situazione è aggravata dalla concorrenza delle aziende cinesi e dalla minaccia di dazi americani sulle esportazioni europee. Per questo, il nuovo piano, messo a punto dalla Commissione e presentato oggi, 5 marzo, prova a dare una boccata d'ossigeno al comparto, introducendo alcune concessioni richieste dalle imprese senza però fare passi indietro sugli obiettivi ambientali.

Cosa cambia per le emissioni di CO2

Uno dei punti più attesi dalle case automobilistiche riguarderebbe la soglia massima di emissioni di CO2 consentita per le nuove auto vendute. Dal 2024, il tetto è stato abbassato a 94 grammi di CO2 per chilometro percorso: una soglia molto rigida, che obbliga le case a vendere un numero sempre maggiore di auto elettriche o ibride per abbassare la media complessiva delle emissioni della loro flotta. Se una casa automobilistica supera questo limite, rischia multe salatissime: si parla di 95 euro per ogni grammo in eccesso moltiplicato per tutte le auto vendute nell’anno. Secondo le stime del settore, il rischio è di sanzioni per 15-16 miliardi di euro solo nel 2025. Per venire incontro alle richieste dell'industria, quindi, la Commissione ha deciso di cambiare il sistema di calcolo: non più la verifica anno per anno, ma una media calcolata su tre anni (2025-2027). Questo permetterebbe alle case di avere più margine e di compensare eventuali sforamenti con le vendite di auto elettriche negli anni successivi.

Confermato lo stop dal 2035 per benzina e diesel

Se sulla flessibilità temporanea Bruxelles ha concesso qualcosa, su altri fronti non ci sono stati passi indietro: la data del 2035 per lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel è stata confermata. La presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha spiegato che mantenere questa scadenza è fondamentale per dare "certezza al settore" e spingere gli investimenti sulla mobilità elettrica. Una posizione che scontenta soprattutto i produttori di auto più piccole e accessibili, che temono di non avere abbastanza tempo per riconvertire la produzione.

Cos'è la neutralità tecnologica e il ruolo degli e-fuels

Uno dei temi chiave del dibattito riguarda poi il principio di neutralità tecnologica, un concetto che negli ultimi mesi ha guadagnato sempre più spazio nel confronto tra Ue, governi e industria. La neutralità tecnologica significa che l'Unione Europea non deve imporre una sola soluzione (come l'auto elettrica) per raggiungere l'obiettivo delle zero emissioni, ma deve lasciare aperta la porta ad altre tecnologie a basso impatto ambientale. La principale alternativa sono gli e-fuels, o carburanti sintetici. Si tratta sostanzialmente di combustibili liquidi prodotti attraverso processi chimici che combinano idrogeno verde (ottenuto dall'elettrolisi dell'acqua con energia rinnovabile) e anidride carbonica catturata dall'atmosfera o da impianti industriali. Il risultato è un carburante che può essere utilizzato nei motori a combustione tradizionali, ma che ha un'impronta di carbonio molto ridotta o addirittura neutra, perché la CO2 emessa dallo scarico è pari a quella utilizzata per produrre il carburante.

Questo tipo di tecnologia piace molto alla Germania e all'Italia, perché permetterebbe di mantenere in vita i motori a combustione interna senza compromettere gli obiettivi climatici. Von der Leyen ha promesso di accelerare la revisione delle regole per riconoscere ufficialmente la neutralità tecnologica entro il 2026, aprendo così la strada agli e-fuels.

Gli incentivi per auto elettriche e leasing

Il nuovo piano non si limiterebbe però solo a intervenire sulle regole per le case automobilistiche, ma punterebbe anche a stimolare la domanda di auto elettriche. Bruxelles proporrà infatti agli Stati membri di coordinare gli incentivi all'acquisto, utilizzando fondi Ue già esistenti per finanziare bonus per l'acquisto di auto elettriche nuove e usate. Inoltre, si punta a rilanciare il leasing come alternativa all'acquisto, per rendere più accessibile la mobilità elettrica anche alle fasce di reddito più basse.

Flotte aziendali elettriche: una partita aperta

Uno dei capitoli più controversi riguarda invece l'elettrificazione delle flotte aziendali, che rappresentano circa il 60% del parco auto circolante in Europa. La Commissione sta valutando di introdurre quote minime obbligatorie di auto elettriche per le flotte delle aziende, ma diversi governi, tra cui l'Italia, si oppongono a questa misura, considerata troppo costosa e penalizzante per le piccole imprese. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha scritto a Bruxelles con i colleghi di Repubblica Ceca, Slovacchia e Bulgaria per chiedere di abbandonare l’idea delle quote obbligatorie.

Stop alle importazioni di batterie dalla Cina

Per ridurre la dipendenza dalle importazioni di batterie dalla Cina, Bruxelles vuole creare poi una alleanza industriale per lo sviluppo di batterie made in Europe, sul modello di quella già esistente per i semiconduttori.

Il piano prevederebbe anche investimenti nella guida autonoma, una tecnologia che potrebbe rivoluzionare la mobilità urbana nei prossimi anni.

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