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Autonomia differenziata delle Regioni

Auriemma (M5s) a Fanpage.it: “L’Autonomia differenziata lacera l’Italia e farà danni anche al Nord”

Carmela Auriemma, deputata del Movimento 5 stelle, a Fanpage.it ha commentato la riforma sull’autonomia differenziata approvata ieri dalla Camera: i tempi sono stati rapidi perché l’intera riforma è frutto di un “accordo elettorale”, ma ora potrebbe danneggiare sia il Sud che il Nord, dove ormai “ci sono più famiglie povere che nel Mezzogiorno”.
A cura di Luca Pons
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Nella notte tra martedì e mercoledì, la maggioranza alla Camera ha spinto per una seduta-fiume al termine della quale è arrivato il via libero definitivo al ddl sull'autonomia differenziata delle Regioni. Il testo, su cui la Lega puntava da anni, dovrà ora solamente essere promulgato dal presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta ufficiale prima di entrare in vigore. Carmela Auriemma, deputata del Movimento 5 stelle che ha partecipato alla seduta dell'Aula e ha seguito il ddl fin dal suo arrivo alla commissione Affari costituzionali, ha risposto alle domande di Fanpage.it denunciando che con la riforma la maggioranza sta "stracciando la nostra Costituzione con superficialità e arroganza", e tutto per un "accordo elettorale".

Come è andata la seduta notturna, e come è stato il rapporto con la maggioranza nelle ultime ore del dibattito sull'autonomia?

La maggioranza ha avuto la stessa postura che ha avuto durante tutto l’esame del provvedimento. Una maggioranza silente che, tranne qualche intervento durante le dichiarazioni di voto, non ha avuto il coraggio di difendere una riforma scellerata che lacera il nostro Paese e riscrive il concetto di Repubblica, che secondo la nostra Costituzione è una e indivisibile. Lavori durati per tutta la notte in cui la maggioranza ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni senza pronunciare una sola parola. La buona notizia è che questa volta non hanno aggredito fisicamente con pugni e calci nessun collega che ha provato ad opporsi al provvedimento, come è successo nell’ultima seduta nei confronti del deputato del M5S Leonardo Donno.

Perché pensa che la destra abbia voluto approvare l'autonomia così in fretta, invece che tra qualche giorno seguendo l'iter tradizionale?

Semplicemente per piazzare una bandierina in virtù dei ballottaggi di domenica prossima. È l’unica spiegazione, dato che il provvedimento non aveva alcun carattere di urgenza. Questo, però, fa capire che questa maggioranza vive in perenne campagna elettorale e approva provvedimenti non per seguire un reale interesse del Paese, ma guarda solo ed esclusivamente i propri tornaconti politici piegando le istituzioni. Stanno stracciando la nostra Costituzione con superficialità e arroganza.

Cosa ha pensato delle bandiere regionali tirate fuori dalla Lega dopo il voto (quasi tutte del Nord, anche se ce n'era una della Calabria)?

Sono rimasta sconcertata. Vedere parlamentari della Repubblica, che rappresentano l’intero popolo italiano, mostrare le bandiere della Padania e di alcune Regioni del Nord significa non aver compreso il ruolo e l’investitura che si è avuta. Noi invece in questi giorni, ancora una volta, ci siamo stretti attorno al tricolore, la nostra bandiera che unisce e che ci ricorda l’appartenenza alla Repubblica italiana, unica e indivisibile.

Riguardo, invece, alla deputata leghista che ha esposto la bandiera della regione Calabria per celebrare l’approvazione della riforma posso solo dire che questo rappresenta il maggior esempio di chi tradisce la propria terra. Mi chiedo cosa abbia da festeggiare se ha appena votato un provvedimento che aumenterà le disuguaglianze. Questa collega dovrebbe leggere le ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente della sua Regione, Occhiuto [di Forza Italia, ndr], che si dice molto preoccupato per questa riforma.

È vero che sull'autonomia quasi nulla potrà muoversi prima che il governo abbia definito i Lep, cosa che potrebbe richiedere anni? 

Non è proprio così. Ci sono le materie non Lep: queste vengono trasferite, se richieste dalla Regione, immediatamente senza attendere l’individuazione dei Lep. Parliamo di materie importanti come la protezione civile, le professioni. Questo passaggio immediato di materie e attribuzioni è passato sotto traccia.

Quali sono i rischi concreti?

Con le materie Lep il rischio è che i livelli essenziali siano determinati sulla base della spesa storica delle Regioni, che andrebbe a cristallizzare, anzi aumentare, i divari tra le Regioni più ricche e quelle più povere. Ciò si traduce nella trasformazione dell’Italia in un Paese a diverse velocità che assicura i diritti ai suoi cittadini in base alla Regione in cui risiedono, calpestando i valori di uguaglianza formale e sostanziale contenuti nell’art. 3 della nostra Costituzione.

Ma io da italiana e da donna meridionale sono preoccupata anche per gli italiani che vivono al Nord. Oggi, il settentrione non è quello di quarant'anni fa, quando fu pensata l’autonomia regionale. La povertà è diventata una questione settentrionale. La quota di famiglie in povertà è ancora maggiore al Sud, ma non di molto. Nove anni fa l’incidenza della povertà era al Sud più che doppia rispetto al Nord (9,6 per cento contro 4,2 per cento), oggi la differenza è di poco più di 2 punti (10,3 per cento contro 8 per cento). Inoltre, nel corso del decennio è molto cresciuta la povertà tra le famiglie con minori, appartenenti alla classe operaia o priva di occupazione. Oggi ci sono più famiglie povere nel Nord che nel Mezzogiorno.

In Forza Italia c'è stata una spaccatura, con qualche deputato calabrese che ha votato contro la riforma. È stato troppo poco e troppo tardi per opporsi davvero?

Non vuol dire nulla, un voto contrario serve a salvare la propria coscienza, ma non quella collettiva della forza politica a cui si appartiene. Questa riforma ci restituisce un Paese completamente diverso da quello che conosciamo, dove emerge la rottura di valori come l’eguaglianza e la solidarietà. Potevano dall’inizio fare di più, permettere maggiori tempi di discussione.

La verità è che la natura di questo provvedimento si basa su un accordo elettorale tra le forze di maggioranza per distribuirsi delle riforme bandierina come l’Autonomia differenziata, appena approvata, il premierato per Fratelli d’Italia, appena approvato al Senato, e la riforma della giustizia per Forza Italia. È tutto qui, si stracciano o si barattano valori e canoni democratici della nostra storia solo per proprio tornaconti elettorali.

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