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Il Governo scopre che la coperta è corta (e che servono soldi per non aumentare l’Iva)

Ieri il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto sull’Imu, ma ora è già allarme per la scadenza delle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie. E a luglio aumenterà l’Iva…
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Via libera definitivo al decreto sull'Imu e sul rifinanziamento della cassa integrazione. È arrivata infatti la firma del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che rendono dunque effettive le modifiche apportate dall'esecutivo Letta alla tassazione sulla casa e alla Cig. Ma, come ricordano analisti ed addetti ai lavori, il "rinvio" predisposto dal governo non risolve certamente il problema della riforma della tassazione sulla casa, che necessita quantomeno di una ridefinizione. Tra le altre cose, come ricorda il Corsera, nei prossimi giorni "scadranno le detrazioni fiscali del 55% sulle ristrutturazioni edilizie e poco dopo bisognerà provvedere al rifinanziamento delle missioni di pace, poi tornerà al nodo il pettine dell'Imu". Insomma, risorse minime per una serie di provvedimenti di grande impatto, con il Governo che sarà necessariamente chiamato a fare delle scelte, per onorare gli impegni presi e per provare a dare una boccata d'ossigeno a imprese e cittadini.

Senza dimenticare il previsto aumento dell'Iva che scatterà dal primo luglio. Si tratta del vero banco di prova del Governo Letta, proprio perché riguarda milioni di famiglie e rischia di complicare ancora di più la strada verso la ripresa dell'economia e dei consumi. Come messo in evidenza dalle ultime rilevazioni, l'aumento di un punto percentuale dell'Iva costerà in media 135 euro a famiglia con il rischio più che probabile di una ulteriore contrazione dei consumi, già al minimo degli ultimi venti anni. Il problema è che la rinuncia all'aumento dell'Iva costa 4 miliardi l'anno, cui sommare altri 2 miliardi per il mancato introito del secondo semestre 2013. Soldi che il Governo dovrebbe trovare "da qualche parte e senza sperare troppo sui margini di manovra che l'Ue dovrebbe concederci una volta chiusa la procedura d'infrazione per il deficit" (proprio perché non si tratterebbe di risorse automaticamente disponibili). Una strada tortuosa, dalla quale stavolta Letta non può fuggire con un nuovo rinvio. Insomma, il momento della verità si avvicina e la pressione si fa già sentire: e non manca di certo chi è pronto a soffiare sul fuoco delle polemiche, anche (soprattutto) all'interno della maggioranza di Governo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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