Aumentano prezzi dell’energia, Cingolani: “Dal governo presto interventi strutturali contro rincari”
Per quanto riguarda l'aumento dei costi dell'energia, che rischia di trasformarsi in un conto salato in bolletta per i cittadini, "il governo è per ora intervenuto con provvedimenti contingenti, ma altri ne verrano perché purtroppo il problema sembra essere più strutturale": lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante il Question Time rispondendo a un'interrogazione del Partito democratico. I parlamentari dem avevano infatti chiesto al governo come intendesse intervenire per tutelare imprese e famiglie, specialmente quelle più vulnerabili, dall'aumento dei prezzi di energia elettrica e gas.
"L'aumento dei costi delle materie prime energetiche, in particolare del gas metano, è chiaramente un'emergenza che sta colpendo tutti i principali settori dell'economia: per mitigare le conseguenze di questi aumenti il governo per ora è intervenuto con l'adozione di provvedimenti contingenti, e sta pensando di adottarne altri più strutturali. Tutta l'Europa ha fatto così, si tratta di una questione piuttosto strutturale appesantita anche dalla situazione geopolitica", ha detto Cingolani. Per poi aggiungere: "Serve una strategia complessiva per la riduzioni di prezzi dell'energia e devo dire che in Europa, tutti i Paesi si sono comportati nello stesso modo. Ci sono interventi che possono essere presi in autonomia e azione di medio lungo termine, che richiedono una concertazione a livello europeo".
Il ministro ha anche parlato delle energie rinnovabili: "Noi comunque dobbiamo continuare ad accelerare il tasso di installazione delle rinnovabili e di tutte le infrastrutture necessarie alla decarbonizzazione. Quindi la semplificazione è fondamentale, e poi i nuovi incentivi: questa è una strada maestra non procastrinabile, dobbiamo farlo subito. Prima avremo il nostro parco di rinnovabili, prima certe trasformazioni importanti diventeranno vantaggiose e possibili. Infine dobbiamo proteggere i consumatori più esposti al caro energia".
Secondo Cingolani il nostro Paese starebbe pagando le "scelte energetiche sbagliate del passato". In particolare: "Nel 2000 consumavamo 71 miliardi di metri cubi di gas e ne producevamo 16,8 miliardi nostri. Nel 2020 siamo scesi a 70 miliardi come nel 2000 con la differenza che ne produciamo 3. Non è che abbiamo decarbonizzato abbassando il consumo del gas ma lasciamo l'Iva a casa di altri, creiamo lavoro a casa di altri, produciamo più CO2 per il trasporto e lo stoccaggio. I nostri stoccaggi sono buoni ma abbiamo un energy mix troppo dipendente dall'esterno anche se per fortuna abbiamo differenziato le fonti più di altri Paesi. Ma è evidente che questa cosa non ci aiuta ed è da sommare alla sindrome nimby anche per le rinnovabili".
E infine, in attesa che il governo adotti un provvedimento ad hoc, il ministro ha sottolineato quali sono le proposte che sembrano essere più idonee per contenere la situazione: "L'intervento sulla disciplina delle aste a lungo termine di energia rinnovabile, per la cessione di energia prodotta sia da impianti fotovoltaici, sia da impianti idroelettrici, la valorizzazione della produzione di gas naturale nazionale, il contenimento dell'attuale maggiore rendita degli impianti fotovoltaici e il contenimento del peso sulla bolletta degli oneri di sistema, mediante il ricorso a cartolarizzazione".