Aumentano i casi Covid, Gimbe avverte: “Ricoveri triplicati in un mese, riavviare campagna vaccinale”
Non ci siamo ancora lasciati il Covid-19 alle spalle. Dopo un'estate in cui i casi registrati sono stati molto bassi, adesso i numeri iniziano a diventare più significativi: nella scorsa settimana ci sono stati 30.777 nuovi positivi, più di cinque volte rispetto a quelli segnalati tra il 10 e il 16 di agosto (5.889). Ad aumentare è stato anche il tasso di positività dei tamponi, che è passato dal 6,4% al 14,9% nell'arco di un mese.
A renderlo noto è la fondazione Gimbe, che dall'inizio della pandemia ha svolto una costante attività di monitoraggio sull'evoluzione del virus. Per Nino Cartabellotta, presidente dell'organizzazione, sono numeri "bassi ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il DL 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria". Il che significa che è possibile che i casi siano molti di più, ma che semplicemente non vengono rilevati a causa del basso numero di tamponi.
Come analizzato dall'Istituto Superiore di Sanità, l'incidenza della positività aumenta con le fasce d'età: se per la fascia 0-9 anni ci sono 22 casi per 100mila abitanti, il numero diventa significativamente più grande nei range 70-89 anni e over 90, rispettivamente a 78 e 83 casi per 100mila abitanti. Per Cartabellotta è la conferma sia della scarsa prescrizione di tamponi ("undertesting") che delle poche segnalazioni ai servizi epidemiologici in caso di positività dopo un test fai-da-te ("underreporting"): "Una distribuzione che riflette la maggiore attitudine al testing con l’aumentare dell’età, confermando i fattori di sottostima della circolazione virale".
Attualmente, le varianti in circolazioni sono parte della "famiglia Omicron". La più presente è Eris, che stando alle ultime indagini dell'ISS ricoprirebbe il 41,9% dei casi registrati. Il presidente della fondazione Gimbe ha spiegato che questa variante sta avendo una rapida diffusione perché "ha una maggior capacità evasiva alla risposta immunitaria, da vaccinazione o infezione naturale": infatti, la percentuale delle reinfezioni, cioè chi già avuto il Covid in passato e ora è nuovamente infetto, è arrivata al 39%.
Come chiarito da Cartabellotta, non ci sono ancora studi sulla gravità delle nuove varianti, ma sono stati registrati aumenti nei ricoveri: in area medica i posti letto attualmente occupati sono 2.378, più che triplicati rispetto al 16 luglio, quando erano 697. Anche le terapie intensive sono cresciute, passando dai 18 posti segnalati il 21 luglio ai 76 di oggi. Questi dati, secondo il presidente della fondazione Gimbe, sono interpretabili così: "Se in terapia intensiva i numeri sono veramente esigui dimostrando che oggi l’infezione da Sars-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti".
Infatti, il tasso di ospedalizzazione è più alto nelle fasce d'età più anziane: passa da 17 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 145 per milione di abitanti negli over 90. Il numero di decessi è ancora molto contenuto, ma comunque in aumento. Nella settimana del 17-23 agosto sono stati 44, mentre in quella tra il 7 e il 13 settembre sono stati 99: un numero più che raddoppiato, ma che riguarda quasi interamente gli over 80.
Invece, per quanto riguarda la vaccinazione, il 14 agosto sono state pubblicate delle indicazioni in una circolare del Ministero della Salute che prevedono la concomitanza della campagna vaccinale anti-Covid assieme a quella antinfluenzale e che riguarderebbe soprattutto le persone a rischio, le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. Per Nino Cartabellotta, però, ci sono tre criticità:
Innanzitutto, la circolare non menziona la possibilità di effettuare il richiamo su base volontaria per le categorie non a rischio; in secondo luogo le raccomandazioni non hanno tra gli obiettivi la prevenzione del long-COVID, il cui impatto sanitario e sociale inizia ad essere ben evidente nei paesi che, a differenza del nostro, lo stanno valutando in maniera sistematica; infine, le tempistiche programmate dalla circolare – per l’attesa del vaccino aggiornato e l’allineamento con la campagna anti-influenzale – sono troppo lunghe. Infatti, la progressiva ripresa della circolazione virale a partire da fine agosto e la certezza che quasi tutti gli over 80 e i fragili non hanno effettuato alcun richiamo negli ultimi tre mesi, stanno già avendo un impatto sulla loro salute.
Il monito alle istituzioni da parte della fondazione Gimbe è quello di continuare a monitorare al meglio la situazione, per poter "prevenire ogni forma di sovraccarico da COVID nelle strutture sanitarie territoriali e ospedaliere" e per "rimettere in campo – se necessario – le misure di contrasto alla diffusione del virus".