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Covid 19

Mix vaccini, quali Regioni dicono no al richiamo con un siero anti Covid diverso da AstraZeneca

Nonostante l’Aifa abbia ribadito che la vaccinazione etrologa, cioè il mix di vaccini, non comporta rischi per la salute, alcune Regioni continuano ad andare per conto proprio. La questione sarà affrontata oggi in Conferenza Stato-Regioni. E intanto il Cts potrebbe dare un nuovo parere sul ricorso al consenso informato, per gli under 60 che non vogliono effettuare i richiami con un vaccino diverso da AstraZeneca. Una soluzione di questo tipo è stata proposta dal Lazio.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Aifa ieri ha ribadito che la vaccinazione mista è sicura. È di venerdì scorso la decisione del governo, su indicazione del Cts, di sospendere la somministrazione dei vaccino a vettore virale di AstraZeneca per gli over 60, anche per i richiami, a seguito degli ultimi casi di reazioni avverse gravi che si sono registrate in Italia. Quello dell'esecutivo non è un divieto in senso stretto, ma una forte "raccomandazione". Anche se l'Ema continua a ribadire che tutti i vaccini approvati restano autorizzati per tutte le fasce d'età, lunedì sera l'Agenzia italiana del farmaco ha pubblicato un nuovo parere, spiegando che non ci sono pericoli per la salute con il ricorso alla vaccinazione eterologa, cioè combinando insieme due vaccini, tra prima e seconda dose. Una pratica già adottata in altri Paesi, come Germania, Spagna e Canada.

Lo ha ribadito anche il direttore generale di Aifa Magrini, spiegando che con il mix vaccinale "dobbiamo essere più che tranquilli. In questa fase di pandemia la scelta è stata fatta per evitare che a popolazioni giovani siano potenzialmente offerti vaccini che hanno un rischio molto remoto di un evento grave: la sicurezza è stata privilegiata per garantire a tutti vaccini massimamente sicuri. La fiducia e il massimo della tranquillità è il messaggio da dare".

Magrini ha aggiunto che la posizione nei confronti di AstraZeneca e J&J è simile: "Si è lasciato uno spazio ulteriore per J&J relativo al fatto che gli effetti indesiderati sembrano meno frequenti, decisamente meno, e pertanto nell'accumularsi dei dati nel mondo si vedrà se questo vaccino che è più semplice in monodose possa essere in qualche modo recuperato per popolazioni speciali in totale sicurezza". Per il momento però per gli under 60 è preferibile utilizzare vaccini a mRNA, – al momento sono Pfizer e Moderna quelli approvati dall'Ema, ma presto arriverà anche il siero tedesco Curevac – e quindi i cittadini che devono fare i richiami, circa un milione di persone, dovranno ricorrere alla vaccinazione eterologa. Anche perché gli studi clinici fino ad ora disponibili mostrerebbero che la copertura vaccinale è maggiore mixando un vaccino a vettore virale con un a RNA messaggero.

Le rassicurazioni dell'Aifa però non sono bastate, e non tutte le Regioni sembrano intenzionate a seguirle alla lettera, e alcuni governatori vogliono seguire una diversa strategia, preoccupati anche per il fatto che le forniture di Pfizer e Moderna potrebbero non essere sufficienti. Della questione si parlerà oggi alla Conferenza Stato-Regioni.

In un primo momento la Campania si era opposta al mix vaccinale, comunicando che avrebbe sospeso del tutto la somministrazione di AstraZeneca e del siero J&J, anche per gli over 60. Ma dopo il chiarimento giunto dal ministero anche il governatore De Luca ha deciso di allinearsi.

Il Lazio però, dove alcuni cittadini si sarebbero rifiutati di sottoporsi alla vaccinazione mista per i richiami di AstraZeneca, è ancora nel caos. Vi sono alcuni casi, spiegano dall'Unità di crisi regionale, che "in maniera consapevole e informata chiedono di completare il percorso vaccinale per l'immunizzazione con il medesimo vaccino, ovvero AstraZeneca. Per questa quota di persone abbiamo chiesto al Ministero della Salute di dare un parere riguardo a uno specifico consenso informato affinché possa decidere il medico in scienza e coscienza". Secondo l'assessore D'Amato si aggira intorno al 10% la quota di cittadini, appartenente alla fascia 50-59 anni, che non ha voluto effettuare la seconda dose con un farmaco diverso dal siero di Oxford. Sulla questione del consenso informato dovrebbe esprimersi il Cts, una soluzione già adottata in Spagna.

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: "Se qualche cittadino chiede di fare Astrazeneca come seconda dose, nonostante abbia meno di 60 anni, in linea teorica lo può fare perché quelle del ministero sono raccomandazioni. Ma è il medico vaccinatore a decidere, l'ultima parola è sua". In Puglia circa il 50% degli under 60 potrebbe rifiutare la vaccinazione eterologa.

Regioni come il Piemonte, il Veneto e l'Emilia-Romagna hanno invece deciso di attenersi scrupolosamente alle indicazioni arrivate dal governo, somministrando alle persone che avevano ricevuto la prima dose di Astrazeneca un vaccino a mRna per il richiamo. Anche in Emilia-Romagna però l'idea potrebbe essere quella di somministrare il siero di Oxford per la seconda dose agli under 60 che ne facciano richiesta, previa valutazione del medico. Ma la Regione vuole aspettare un chiarimento del governo: "Non somministriamo Astrazeneca (così come pure l'altro vaccino a vettore virale J&J, ndr), così come indicato dal governo, alla popolazione vaccinabile al di sotto dei 60 anni", ha puntualizzato l'assessore alla Salute in Emilia-Romagna Raffaele Donini. Fino ad ora nella Regione non si segnalano notizie di rifiuti da parte dei cittadini.

Quel che è certo è che procedere a macchia di leopardo non fa bene alla campagna vaccinale: l'obiettivo finale è comunque permettere ai cittadini di completare il ciclo vaccinale, unico vero argine contro le varianti del virus.

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