AstraZeneca, dopo ok dell’Ema l’Ue avverte l’azienda: consegnare subito le dosi nel contratto
La battaglia con AstraZeneca prosegue, e il via libera dell'Agenzia europea per i medicinali è solo il primo round. Si tratta di faccende del tutto scollegate, certo, ma tra l'azienda anglosvedese e l'Unione europea i rapporti si iniziano a irrigidire. Prima il richiamo della presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, che qualche giorno fa, nel bel mezzo del polverone che si è alzato intorno al vaccino anticovid di AstraZeneca, ha detto di fidarsi del loro prodotto, ma anche che è l'unica azienda farmaceutica a non aver rispettato i contratti. Secondo la presidente della Commissione Ue, nel secondo trimestre (aprile-maggio-giugno) AstraZeneca consegnerà solo 70 milioni di dosi del suo vaccino, contro le 180 milioni che aveva promesso nel contratto.
Dalle parole ai fatti, dunque: la Commissione Ue si scaglia ufficialmente contro l'azienda farmaceutica. "Vogliamo inviare una lettera ad AstraZeneca, che ci permetta di avviare un dialogo con l'azienda nel quadro della risoluzione dei conflitti", ha spiegato un portavoce della Commissione, annunciando che "la lettera è in preparazione". Sempre secondo lo stesso portavoce, Eric Mamer, ha detto che al momento si sta lavorando per informare tutti gli Stati membri, che devono essere d'accordo sulla missiva da inviare alla casa farmaceutica che non sta rispettando gli accordi. "Cercheremo di finalizzare tutto questo rapidamente", ha assicurato Mamer, mentre un altro portavoce della Commissione spiegava che l'obiettivo di questa lettera è arrivare ad una "soluzione del conflitto in maniera soddisfacente".
Mamer ha spiegato anche che questo "è un passo preciso" e che "vedremo dove ci porterà". Una volta spedita la lettera partirà la procedura prevista all'articolo 18 del contratto di acquisto anticipato stipulato tra Commissione Ue e AstraZeneca: in caso di disputa si apre una discussione informale con una notifica scritta, che è la premessa per un incontro tra i dirigenti per risolvere pacificamente la controversia. Altrimenti, se non ci dovesse essere accordo, si andrà in Tribunale a Bruxelles.