AstraZeneca, come potrebbe cambiare il piano vaccinale italiano
Sul vaccino di AstraZeneca nessuna nuova decisione è stata presa. Ma oggi Marco Cavaleri, responsabile vaccini dell’Ema, ha affermato che esiste “un’associazione” tra i casi di trombosi e la somministrazione di AstraZeneca. Connessione non ancora analizzata a pieno, ma su cui l’Ema si esprimerà nelle prossime ore. Secondo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, “è possibile che l’Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca”. Dopo il nuovo parere dell’Ema, quindi, le indicazioni sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca potrebbero cambiare. In alcuni Paesi sono già state introdotte delle limitazioni: in Germania è stata sospesa la somministrazione sotto i 60 anni, così come era stato fatto in Olanda (ma poi è stata fermata del tutto la somministrazione per evitare lo spreco di dosi). In Francia, invece, lo stop è rivolto a tutti i soggetti al di sotto dei 55 anni. Soluzioni simili potrebbero essere adottate anche in Italia, soprattutto nel caso in cui sia l’Ema a suggerirlo.
I vaccinati over 60 e 70 in Italia
L’ipotesi più plausibile è quella che il vaccino venga somministrato solamente ad alcune categorie, probabilmente considerando soprattutto il criterio dell’età. Si potrebbe sospendere la somministrazione per le donne con meno di 60 anni, ma forse per tutti gli under 60. Andando a vedere i dati aggiornati sulle vaccinazioni, analizzati dal Sole 24 Ore, in Italia sono state vaccinate (prima e seconda dose) 344mila persone tra i 60 e i 69 anni e sono state somministrate 839mila prime dosi. I vaccinati sono il 4,7% del totale della popolazione 60-69 anni e le prime dosi sono l’11,4%. Tra i 70 e i 79 anni, invece, i vaccinati sono 127mila e le prime dosi sono 897mila: corrispondono al 2,1% di vaccinati e al 15% di prime dosi. Diverso il discorso per gli over 80, con oltre il 30% dei vaccinati e più del 60% di prime dosi.
Il piano vaccinale e le dosi di AstraZeneca
L’Italia ha ricevuto meno dosi di quelle previste nel primo trimestre e la campagna vaccinale ha già subito un primo ritardo. Nel secondo trimestre, però, ci si attende un’accelerazione: si prevede l’arrivo di oltre 50 milioni di dosi, anche se va considerato che uno dei vaccini – quello di Curevac – non è ancora stato approvato. In particolare, da AstraZeneca dovrebbero arrivare 10,04 milioni di dosi, salvo ulteriori ritardi nelle consegne. Finora l’Italia ha ricevuto 4,09 milioni di dosi AstraZeneca e ne ha somministrate 2,24 milioni: il 55%. Cosa succederebbe se i vaccini AstraZeneca dovessero andare solo ad alcune categorie?
L’ipotesi del vaccino AstraZeneca solo agli over 60
L’Ema potrebbe suggerire di seguire la strada della Germania, somministrando il vaccino AstraZeneca solamente agli over 60 e 70. Proviamo, quindi, a fare due calcoli. In Italia ci sono circa 7,3 milioni di persone tra i 60 e i 69 anni d’età. Considerando che finora hanno ricevuto la prima dose meno di un milione di loro, restano più di 6 milioni di persone da vaccinare. Più le seconde dosi (quindi la cifra va raddoppiata). Tra i 70 e i 79 anni, invece, ci sono 5,7 milioni di persone in Italia: sono state fatte, per questa fascia d’età, un milione di prime dosi, quindi ne restano poco meno di cinque a cui aggiungerne altrettante per i richiami. Vuol dire che servono più di 20 milioni di vaccini per completare l’immunizzazione di queste due categorie. Motivo per cui il vaccino di AstraZeneca potrebbe essere somministrato a 60enni e 70enni, anche se – essendo tra le categorie più a rischio – bisognerebbe immunizzarle al più presto, senza attendere troppo a lungo le consegne, finora spesso in ritardo, di AstraZeneca.
Cosa prevede il piano vaccinale italiano
Se, comunque, si decidesse di puntare su AstraZeneca per l’immunizzazione degli over 60 e 70, gli altri vaccini potrebbero essere destinati ad altre categorie, anche più giovani. Potrebbe essere il caso di Johnson & Johnson, che sembra destinato a fasce d’età più giovani, sotto i 60 anni: nel secondo trimestre dovrebbero arrivare, secondo le previsioni, 7,31 milioni di dosi. Ci sono poi le consegne di Pfizer: 8,76 milioni di dosi iniziali, più di 5 milioni rimanenti di quelle aggiuntive, poi il secondo contratto di Pfizer da 9,42 e un’ulteriore anticipo di circa un milione di dosi. Oltre 23 milioni di dosi Pfizer, quindi, che potrebbero non andare solamente ai più anziani, come avvenuto finora (oltre che ai sanitari, nella prima fase). Infine, ci saranno anche 4,65 milioni di dosi di Moderna. Le dosi, da aprile in poi, non mancheranno. Ma a chi andranno è tutto da capire, soprattutto in base a cosa si deciderà per AstraZeneca.