AstraZeneca, che cosa sta succedendo tra Stato e Regioni sulla campagna vaccinale
Il governo centrale non deve fare alcun "scaricabarile sulle Regioni": lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, intervenendo sulle polemiche e sui rimbalzi di responsabilità che sono avvenuti tra Roma e i territori in merito agli Open Day rivolti ai giovani, in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca nonostante le raccomandazioni delle autorità scientifiche di somministrarlo solo agli over 60. "Non compete a noi stabilire quali vaccini si possono usare e a chi si devono dare. Le autorità preposte hanno tracciato i paletti e noi ci siamo tutti mossi dentro il perimetro tracciato. Quel che è consentito lo stabiliscono il ministero della Salute e l'Agenzia del Farmaco", ha proseguito Fedriga in un'intervista con Libero. Per poi avvertire: "Se non funziona il rapporto Stato-Regioni, rischiamo di buttare via i 200 miliardi di aiuti in arrivo da Bruxelles".
La questione del vaccino AstraZeneca, in effetti, ha fatto riemergere una serie di difficoltà nel rapporto tra Stato e Regioni sulla campagna vaccinale, che sembravano essersi esaurite dopo l'arrivo del commissario straordinario Francesco Figliuolo, il quale aveva uniformato la strategia di vaccinazione per fasce di età su tutto il territorio nazionale. Quando si è riacceso il dibattito su AstraZeneca, specialmente dopo il decesso della 18enne a Genova ricoverata per una trombosi al seno cavernoso alcune settimane dopo la prima dose del vaccino anglo-svedese, in molti hanno puntato il dito contro le Regioni e gli Open Day organizzati specialmente per i più giovani, le ultime fasce che rimangono ancora da immunizzare.
Le Regioni sono state accusate di aver promosso iniziative apertamente in contrasto con le raccomandazioni dell'Aifa. A loro volta hanno però puntato il dito contro le autorità centrali per non essere state chiare e lineari nelle loro indicazioni. E il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha anche pubblicato un verbale del Comitato tecnico scientifico risalente al 12 maggio scorso in cui gli esperti davano il via libera alle vaccinazioni in iniziative come gli Open Day, appunto, con AstraZeneca dai 18 anni in su. A tal proposito il membro del Cts, Fabio Ciciliano, ha sottolineato in un'intervista con il Corriere della Sera che gli Open Day con AstraZeneca "sono stati introdotti in alcune Regioni ben prima che il Cts si esprimesse per la prima volta nella seduta del 12 maggio" e che comunque "in quei mesi la circolazione virale era molto più sostenuta di adesso".
Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in un'intervista con Fanpage.it, cercando di placare il dibattito ha rimarcato che certamente "la politica si deve assumere la responsabilità delle sue scelte", ma che "queste sono state prese sulla base di indicazioni scientifiche". Tuttavia, soprattutto in alcuni territori, la fiducia nell'autorità centrale sembra minata. È il caso della Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca ha bloccato le prime dosi di AstraZeneca a tutti, quindi anche sopra i 60 nonostante gli esperti del Cts abbiano garantito la sicurezza e l'efficacia del vaccino: " Le vicende degli ultimi giorni relative all'uso del vaccino Astrazeneca cambiano in modo radicale il livello di fiducia, le sensibilità e la stessa disponibilità dei cittadini in relazione alla campagna vaccinale. Occorre dunque ricostruire il rapporto di fiducia verso lo Stato, oggi fortemente compromesso", si legge nella nota dell'Unità di crisi che ha comunicato la decisione di sospendere in toto le vaccinazioni con AstraZeneca.