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Assegno unico per i figli partirà dal 2021: come funziona e a chi è destinato

Ieri è partito in Senato l’iter dell’assegno unico familiare. Dopo che anche Palazzo Madama avrà approvato definitivamente la delega il governo avrà dodici mesi di tempo per rendere la misura operativa. “L’assegno unico arriverà nel corso del 2021, non credo da gennaio”, ha detto ieri il presidente del Consiglio Conte. Ecco come funziona il provvedimento, primo step del Family Act.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'assegno unico familiare, primo step del Family Act, sarà operativo nel 2021. La misura è rivolta ai genitori con figli a carico, e servirà per dare impulso alla natalità. Dopo l'approvazione unanime alla Camera il provvedimento ha iniziato ieri l'iter al Senato. Dopo che anche Palazzo Madama avrà approvato definitivamente la delega, probabilmente a questo punto entro novembre, il governo avrà dodici mesi di tempo per agire, nella cornice dei criteri fissati dalle due Camere, a cui i decreti legislativi di attuazione dovranno attenersi. L'assegno unico non arriverà però all'inizio del nuovo anno: "L'assegno unico sarà per il 2021: non mi faccia dire una data di decorrenza ma arriverà nel corso del 2021, non credo da gennaio", ha detto ieri sera il presidente del Consiglio Conte ai giornalisti.

Mauro Laus, senatore del Pd e relatore della legge, ha spiegato che oggi il provvedimento sarà incardinato in commissione Lavoro al Senato: "Proporrò una via veloce: dare il via libera al testo nella versione già approvata dalla Camera. È la mia posizione ma è condivisa anche dalla maggioranza: il testo è stato approvato a Montecitorio all'unanimità e dunque proprio per garantire la centralità del Parlamento bisogna andare veloci. Se si muove una virgola si rallenta inevitabilmente e invece così potremmo approvare definitivamente il ddl delega prima che la legge di Bilancio arrivi in Parlamento".

Sarà comunque una delle misure contenute nella manovra da 40 miliardi, che verrà varata nell'era Covid, come confermato anche dal ministro dell'Economia Gualtieri. Per quanto riguarda la copertura del sostegno alle famiglie, il fondo era già stato creato accorpando le risorse dei vari bonus: sarà alimentato anche con le risorse oggi dedicate a fondi attualmente destinati alle detrazioni Irpef per figli a carico, con l'aggiunta di una quota che si aggira intorno ai 6 miliardi.

Come funziona l'assegno unico familiare

Le famiglie, sia quelle in cui genitori sono dipendenti del pubblico, sia quelle in cui i coniugi sono lavoratori del privato, a prescindere dalla tipologia di occupazione, dovrebbero ottenere per ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza, fino al ventunesimo anno di età, un assegno mensile. L'importo dell'assegno dipenderà da diversi elementi e sarà composto da una quota fissa e una variabile. La parte variabile verrà calcolata in base al numero dei figli e alla loro età, oltre che sul coefficiente Isee. In pratica per i figli successivi al secondo, l’importo del sussidio viene maggiorato del 20%. Le famiglie in cui sono presenti figli disabili avranno diritto a una maggiorazione che va dal 30% al 50% rispetto all'importo base, e l'assegno sarà esteso a tutto l'arco della vita, quindi anche oltre i 21 anni. L'aiuto arriverà tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare in compensazione.

La cifra è ancora da definire, ma si oscilla tra i 200 ed i 250 euro mensili, se si tiene conto del precedente provvedimento Lepri già depositato, che ha fatto da base per il nuovo testo. La somma finale è legata direttamente alla riforma fiscale, perché è previsto un riordino delle misure già esistenti a sostegno dei figli a carico, eliminando le molte detrazioni attualmente esistenti, con l'obiettivo di portare completamente a carico della fiscalità generale il finanziamento dell'assegno unico.

E se il figlio è maggiorenne?

Il limite della misura è fissato a 21 anni, perché si presume che a quest'età un figlio possa aver raggiunto l'autonomia. Se in un nucleo familiare ci sono figli maggiorenni c'è possibilità di corrispondere l'importo direttamente al figlio. La quota erogata dai 18 ai 21 anni sarà minore, e verrà corrisposta solo a determinate condizioni: il ragazzo o la ragazza dovrà frequentare un percorso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea; oppure deve svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa limitata con redditi complessivi inferiori a un certo importo annuale; deve essere registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l'impiego o un’agenzia per il lavoro; oppure deve svolgere il servizio civile universale.

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