Assegno unico per i figli, arrivano gli arretrati: chi beneficia della rivalutazione
L'assegno unico per i figli di marzo sarà più sostanzioso, praticamente per tutte le famiglie. L'aumento, temporaneo e circoscritto per una ragione precisa, sarà differente a seconda della fascia di reddito. Si tratta, infatti, della rivalutazione avvenuta per via dell'inflazione, unita alle novità inserite dal governo Meloni in legge di Bilancio. A gennaio 2023 l'assegno è arrivato alle famiglie con i vecchi importi. Ora, oltre a ricevere il sostegno aggiornato, i genitori riceveranno anche gli arretrati della rivalutazione. Di quanto stiamo parlando? Dipende, dall'importo dell'assegno.
Bisogna considerare che c'è, per tutti, una rivalutazione dell'8,1% dell'assegno per via dell'inflazione. In più con la manovra il governo Meloni ha introdotto l'aumento del 50% per i figli con meno di un anno o con meno di tre anni nelle famiglie con almeno tre figli. Cresce anche da 100 a 150 euro il bonus ulteriore per le famiglie con almeno quattro figli a carico. Anche questi importi, ovviamente, vanno rivalutati in base all'inflazione.
Nel frattempo l'Inps ha diffuso i dati del primo anno in cui la misura è stata in vigore, dal momento della sua introduzione su decisione del governo Draghi. Tra il marzo 2022 e il gennaio 2023 sono stati erogati 14,3 miliardi di euro alle famiglie italiane con figli. A beneficiarne sono stati 9,6 milioni di figli. L'Istituto sottolinea anche il peso della rivalutazione: l'importo base dell'assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, va da un minimo di 54,10 euro, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 43.240 euro, ad un massimo di 189,20 euro per Isee fino a 16.215 euro. A gennaio 2022 l'importo medio è variato tra i 50 e i 198 euro, a seconda – anche in questo caso – del differente reddito Isee delle famiglie che lo hanno richiesto.